26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Decreto legge sulle quote latte pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale

«Trattamento di favore per chi ha operato al di fuori delle regole»

Con queste parole l’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni commenta il decreto legge sulle quote latte pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale

BOLOGNA -«Il Decreto è molto peggio di quanto potessimo prevedere e smentisce platealmente le rassicurazioni che il Ministro Zaia ha dispensato nei giorni scorsi ». Con queste parole l’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni commenta il decreto legge sulle quote latte pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale.

«Si tratta - spiega Rabboni -di un vero e proprio trattamento di favore per gli irriducibili delle quote latte che hanno fin qui operato al di fuori delle norme e di un provvedimento discriminatorio nei confronti della grande maggioranza degli allevatori che con enormi sacrifici in questi anni hanno rispettato le regole. Per questi ultimi non vi è nulla delle promesse fatte dallo stesso Ministro. Anche il mondo agricolo regionale considera questo decreto irricevibile. Già dai prossimi giorni mi attiverò per proporre ai Parlamentari e al Governo gli indispensabili emendamenti.»

I punti contestati
L’articolo 1 del decreto si apre con una vera e propria sorpresa: la riammissione alla compensazione nazionale della campagna lattiera in corso, che nulla ha a che fare con la distribuzione delle quote aggiuntive autorizzate da Bruxelles, degli allevatori privi di quota e di quelli che hanno prodotto più del doppio della quota assegnata. Questo significa ridurre drasticamente le possibilità di compensazione per colore che rispettano le normative.

Negli articoli successivi si conferma che le quote aggiuntive vengono assegnate soprattutto ai grandi splafonatori mettendo in coda coloro che hanno pagato per avere le quote necessarie in affitto, limitando la restituzione della quota B tagliata al solo quantitativo prodotto in esubero, mentre i piccoli splafonatori vengono addirittura esclusi dall’assegnazione. Circa poi il famoso fondo finanziato con i versamenti di coloro che si metteranno in regola, si tratta in realtà di pochissime briciole poiché il fondo è prioritariamente destinato a finanziare il Ministero del Tesoro. Come preannunciato inoltre non si chiede la rinuncia al contenzioso, ma, al contrario, si introducono ulteriori elementi controversi che potranno incrementare il ricorso ai tribunali.
Infine viene disconosciuto l’operato delle Regioni alle quali si riserva il ruolo di postini nel senso che devono limitarsi a comunicare le assegnazioni alle aziende .