30 luglio 2025
Aggiornato 21:00
Decreto anticrisi Governo

«Ennesimo voto di fiducia che il paese pagherà caro»

Chiusura di governo e maggioranza su riduzione pressione fiscale per redditi medio bassi proposto dal PD

«Con l'ennesimo voto di fiducia il trentaquattresimo in soli otto mesi, il governo ha scelto di marciare sul binario di prevaricazione della dialettica democratica. Di fronte ad una crisi economica che sta colpendo il Paese le opposizioni propongono misure alternative e migliorative ma la maggioranza sa solo dire no e chiudersi nel voto di fiducia». Lo sostiene Giovanni Legnini, intervenendo in aula in dichiarazione di voto per il PD.

«In tutti i Parlamenti delle nazioni democratiche - prosegue - Governi, maggioranze e opposizioni si confrontano, cooperano per la ricerca della migliore soluzione per fronteggiare e uscire dalla crisi. In Italia no. Germania, Spagna, Francia e Regno Unito investono dai 73 ai 24 miliardi di euro. E noi? Una manovretta da 5 MLD di euro, con un impatto stimato sul Pil di un decimo di punto, con interventi una tantum o contrastanti con le necessità dell'oggi e del futuro con 7-8 miliardi che sono stati sprecati per provvedimenti sbagliati come l'Ici e l'operazione Alitalia».

«Abbiamo proposto - ha concluso Legnini - con dovizia di particolari, la possibilità di adottare misure che toccassero il cuore della crisi: l'utilizzo della leva fiscale per accrescere i redditi bassi, un sistema di ammortizzatori sociali universale che estenda le tutele reddituali a tutti, anche ai precari, misure per l'energia e l'automotive, per le infrastrutture e in particolare per gli investimenti degli enti locali, rivedendo le regole del patto di stabilità interno come chiedono insistentemente i Comuni. Ma governo e maggioranza hanno rifiutato ogni confronto. Purtroppo già nei prossimi mesi il Paese sarà costretto ad accorgersi che questa politica economica e di bilancio non risolve nulla e ci restituirà un Paese più ingiusto, più povero, meno competitivo e più indebitato».