«Riformare la regolazione dello sciopero nei servizi di pubblica utilità»
Lo ha affermato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Il decollo della nuova compagnia di bandiera è stato disturbato dalle manifestazioni dei lavoratori di Malpensa che hanno portato alla cancellazione di alcuni voli
«Ormai siamo irreversibilmente di fronte alla nuova Alitalia e tutti i profeti di sventura sono stati smentiti. Ce l’abbiamo fatta, la nuova Alitalia c’e’». Lo ha affermato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, il quale ha commentato il decollo della nuova compagnia di bandiera che purtroppo è stato disturbato dalle manifestazioni dei lavoratori di Malpensa che hanno portato alla cancellazione di alcuni voli.
Sacconi ha avvertito che il governo interverrà nel caso in cui continuino le proteste a danno dei cittadini: «Credo che si debba garantire la continuità del servizio. Gli strumenti attuali, come ha dimostrato il ministro Matteoli, verranno utilizzati, come anche la Commissione di garanzia per il diritto di sciopero ha affermato. Anzi, io penso che sia davvero giunta l’ora di riformare la regolazione dello sciopero nei servizi di pubblica utilità».
Il nostro ministro ha anche commentato la crisi economica in atto e le misure per scongiurarla. «Non credo che sia questo il momento idoneo per fare le riforme. Le riforme infatti hanno bisogno di un contesto certo, di un quadro stabile e richiedono una stabilizzazione della finanza pubblica. Per questo noi abbiamo lavorato su interventi per il breve periodo ma con uno sguardo anche oltre. Abbiamo varato provvedimenti con effetto immediato».
Per Sacconi si tratta di provvedimenti «tempestivi, mirati e temporanei» volti soprattutto al raggiungimento di tre obiettivi: «stabilità, liquidità e occupabili’». Quanto ai dati sulla Cassa integrazione diffusi recentemente dall’Inps, che ha segnalato un aumento del 525 per cento su base annua della Cig, il ministro ha puntualizzato: - «Il dato e’ riferito solo a quella ordinaria, che e’ parte minoritaria della cassa integrazione; quella straordinaria ha avuto addirittura una flessione. Nel 2008 stiamo a circa 22 milioni di ore, quindi ben lontani dagli 80 milioni che si sono registrati negli anni ’80, siamo quindi al di sotto di ciò che abbiamo avuto per 23 degli ultimi 28 anni. Stiamo nell’ambito di quei 5-6 anni nei quali si e’ registrato un ricorso minore. Sono dati che vanno letti come incoraggianti che ritraggono un paese nel quale non c’e’ propensione al rattrappimento strutturale, ne’ della liquidità, ne’ della capacità produttiva, ne’ della base occupazionale. Ci può essere un congiunturale contenimento, ma non un rattrappimento strutturale che dovrebbe preoccupare».
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