25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
DL crisi

«Scelta fiducia è sbagliata»

È quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni. «A fronte delle disponibilità di contingentamento degli emendamenti delle opposizioni la scelta della maggioranza assume un carattere di inutile arroganza»

«La scelta di porre la fiducia su un atto fondamentale per il futuro del paese come il decreto anticrisi è sbagliata». È quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni. «A fronte delle disponibilità di contingentamento degli emendamenti delle opposizioni - aggiunge - la scelta della maggioranza assume un carattere di inutile arroganza».

«C’è una maggioranza amplissima del centrodestra in Parlamento - rileva il dirigente sindacale - perché allora questa scelta se non la consapevolezza che il decreto è sbagliato nel merito e assolutamente insufficiente nelle quantità e che quindi problemi potevano emergere nella stessa maggioranza?». In particolare, continua Fammoni, «si sancisce così, e senza possibilità di ulteriore discussione data l’imminente scadenza del decreto, che le risorse a favore dei lavoratori dipendenti e pensionati, e per una ripresa dei consumi che rilanci lo sviluppo non sono giuste nella forma di erogazione e nella quantità».

A questo proposito per il segretario confederale della Cgil il fatto che il saldo definitivo sia di 5 miliardi, a fronte dei 6,3 annunciati, «è emblematico: o si era annunciato un intervento sopravvalutato rispetto alla realtà dei provvedimenti, o il concreto sviluppo dei provvedimenti dà benefici decisamente inferiori, come noi avevamo anticipato». Quanto al meccanismo sugli ammortizzatori sociali, «di fronte alla gravissima crisi occupazionale in atto, ha evidenti caratteristiche di incostituzionalità. Infatti, si subordina un diritto pubblico universale, come l’indennità di disoccupazione ad un intervento privato e si priva di ogni tutela quei lavoratori di aziende che non sono associate in enti bilaterali. Cioè ad oggi, a parte l’artigianato, la grande maggioranza».

«È evidente l’inadeguatezza di queste norme che non svolgono neanche un ruolo tampone - continua -.Abbiamo presentato come sindacato controproposte che non sono state prese per adesso in considerazione e con il ricorso alla fiducia si tenta di chiudere la vicenda». Per questo, conclude Fammoni, «l’iniziativa di mobilitazione e di proposta per cambiare queste norme procederà con rinnovato vigore».