31 luglio 2025
Aggiornato 22:30
Ammortizzatori sociali

Fammoni: «Emendamenti approvati creano ulteriore danno a lavoratori»

«Leggendo l’articolo 19 del decreto si può verificare come ora, con le modifiche apportate, l’integrativo del 20% in caso di sospensione dal lavoro non è reale»

«Gli emendamenti approvati al decreto legge anticrisi dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera nella parte relativa gli ammortizzatori sociali creano un ulteriore grave danno ai lavoratori colpiti dalla crisi». E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, che spiega: «Leggendo l’articolo 19 del decreto si può verificare come ora, con le modifiche apportate, l’integrativo del 20% in caso di sospensione dal lavoro non è reale, in quanto calcolato solo sull’importo dell’indennità di disoccupazione.

In questo modo - prosegue Fammoni - in caso di ricorso all’indennità di disoccupazione ordinaria l’ammontare non sarebbe più dell’80% (60% di indennità più 20% d’integrativo) ma del 72% dell’ultimo stipendio (60 più 12). In caso, invece, di ricorso all’indennità di disoccupazione a requisiti ridotti l’ammontare non sarebbe più del 55% (35% di indennità più 20% d’integrativo) ma del 45% dell’ultimo stipendio (35 più 7)».

«Già da tempo - sottolinea il segretario della Cgil - avevamo avanzato le nostre contrarietà, i dubbi di costituzionalità e le nostre proposte di modifica alla parte del decreto 185 che fa riferimento agli ammortizzatori sociali. In particolare insistiamo sul fatto che il diritto all’accesso ad un beneficio pubblico non possa essere subordinato ad un’erogazione di tipo privato e che lavoratori, che fanno capo ad aziende che non aderiscono alla bilateralità, non debbano essere esclusi dal possibile utilizzo degli ammortizzatori sociali».

«Gli emendamenti approvati in commissione – conclude Fammoni - non solo non risolvono questo problema, ma creano altri danni ai lavoratori colpiti dalla crisi».