27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Crisi economica

«Un punto del Pil per rilanciare economia»

Lo chiede Cesare Damiano, viceministro del Lavoro del governo ombra

Mercoledì prossimo riparte alla Camera l’esame del decreto anti-crisi del governo. Si attendono emendamenti dalla maggioranza che modificheranno il testo precedente, con maggiori vantaggi per le famiglie numerose e con minore risultati per i single e le coppie. A quel che è dato sapere le imprese, in quanto sostituto di imposta, dovranno sostenere a gennaio un vero e proprio tour de force, anche a seguito delle modifiche: protocollare le domande dei lavoratori in ordine di presentazione, rilasciare ricevuta per evitare eventuali contestazioni ed erogare le una tantum, variabili per ciascun lavoratore, dai duecento euro ai mille euro. Tale documentazione deve essere conservata almeno tre anni. Il datore di lavoro potrà recuperare quanto erogato compensandone l’importo successivamente nel modello F24.

Le nostre osservazioni critiche riguardano in primo luogo la complessità della procedura. Sarebbe stato meglio agire direttamente sulla parte fiscale con la revisione delle aliquote per i redditi medio-bassi o con le detrazioni. Inoltre va osservato che questi bonus verranno erogati soltanto una tantum e su richiesta del lavoratore. Non vorremmo che questo «slalom burocratico», a carico delle imprese, producesse gli stessi effetti della social card: un milione 300 mila fruitori previsti dal governo, 300 mila card attivate, con molte domande respinte e la necessità di prorogare la durata della misura. Speriamo che per il bonus famiglia, promesso a 8 milioni di persone, non succeda la stessa cosa. Il governo fa molta propaganda ma spende poco.

Il Partito Democratico è disponibile e interessato a concertare una manovra straordinaria che preveda benefici strutturali per il reddito e per ammortizzatori sociali universali, impegnando un punto percentuale di Pil, pari a 15 miliardi di euro.