Gregge sbranato a Roma, è allarme sicurezza
Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che l’aggressione è avvenuta a Tragliatella nel comune di Roma dove sono in corso accertamenti per verificare la dimensione reale del danno
Un centinaio di pecore è stato sbranato nelle campagne romane da un branco di cani selvatici o lupi che hanno assalito il gregge al pascolo disseminando morte e paura tra i mansueti animali. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che l’aggressione è avvenuta a Tragliatella nel comune di Roma dove sono in corso accertamenti per verificare la dimensione reale del danno. L’episodio - sottolinea la Coldiretti - oltre ad aver provocato la scomparsa di molti animali ha provocato il panico tra quelli sopravvissuti con un crollo della produzione di latte destinato al prestigioso pecorino. La paura - precisa la Coldiretti - si è rapidamente diffusa tra i pastori delle zone circostanti ma anche tra i cittadini, spaventati dal rischio di eventuali aggressioni.
Il problema degli animali selvatici è ormai divenuto una vera e propria emergenza su tutto il territorio nazionale con settanta milioni di euro di danni stimati all’anno, colture devastate, imprese agricole esasperate, cittadini preoccupati per la propria sicurezza sulle strade. Da qui l’impegno di Coldiretti per monitorare l’entità del fenomeno, con riferimento alle singole realtà regionali e provinciali, e, sulla base delle informazioni raccolte, individuare possibili soluzioni. L’obiettivo - spiega la Coldiretti - è quello di avere un quadro preciso su come le amministrazioni competenti si sono avvalse, in questi anni, degli strumenti messi loro a disposizione dalla legge 157/92 sulla caccia, chiedendo anche conto delle eventuali misure adottate per il contenimento e la prevenzione dei danni da fauna selvatica, a livello aziendale e locale, e le relative dotazioni finanziarie in riferimento ai diversi capitoli di spesa ed agli strumenti finanziari (bilancio ordinario degli Enti, PSR o altri finanziamenti UE, eccetera). L’acquisizione di tali informazioni - continua la Coldiretti - è particolarmente utile in quanto si sta per avviare una discussione alle Camere su alcuni disegni e proposte di legge relativi alla riforma della regolamentazione quadro sulla caccia, nell’ambito della quale il risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica all’agricoltura rappresenta uno degli aspetti centrali.
A tale scopo Coldiretti, assieme al WWF, ha inviato una lettera indirizzata ai Presidenti delle Regioni, delle Province e dei Parchi Nazionali e Regionali, chiedendo di avere accesso alle informazioni riguardanti le richieste d’indennizzo presentate dalle imprese agricole, con particolare riferimento alla localizzazione geografica, all’estensione ed alla tipologia colturale, alla individuazione temporale, alla tipologia del danno e quantificazione economica, alla indicazione delle specie di animali che hanno provocato il danno. Una stima approssimativa, non supportata da dati certi, per l’anno in corso, valuta che cinghiali e altri selvatici abbiamo causato devastazioni per circa 70 milioni di euro. Stimando, pertanto, costi di tale entità, si ritiene ormai improcrastinabile intraprendere - sostiene la Coldiretti - una politica finalizzata alla prevenzione del fenomeno che, finora, è stato gestito prevalentemente mediante il ricorso all’istituto dell’indennizzo, che ha dimostrato i propri limiti, da un lato rispetto al coprire interamente l’entità della perdita economica e, dall’altro, nel fornire una soluzione adeguata al problema. L’obiettivo è, pertanto, quello di individuare misure di prevenzione, che possano – conclude la Coldiretti - ridurre al minimo i costi per i danni della fauna selvatica alle colture, ai terreni agricoli e alle attività zootecniche.