2 maggio 2024
Aggiornato 15:30
Il prezzo è sceso a 2,7 euro al Kg

L’olio extravergine di oliva salernitano è senza mercato

La Coldiretti di Salerno lancia l’allarme contro la minaccia del prodotto iberico riciclato nel nostro Paese

Un andamento da profondo rosso quello registrato dall’olio extravergine di oliva. In soli 4 giorni il prezzo è sceso di ulteriori 40 centesimi, sfiorando i 2,7 euro al chilo......e nonostante ciò il mercato continua ad essere irrimediabilmente ‘immobile’. Ancora più drammatico il costo delle olive, sceso drasticamente fino a toccare i 35 centesimi di euro al chilogrammo. «Non accettiamo che tale andamento disastroso delle contrattazioni sia giustificato dall’alibi della stagnazione dei consumi. Le famiglie salernitane continuano ad utilizzare olio di oliva. Piuttosto, c’è da chiedersi di che olio si tratta, visto che quello salernitano non trova acquirenti.

«…Il problema è particolarmente sentito su tutto il territorio nazionale ed in parte viene spiegato dall’ingresso in Italia di ingenti quantitativi di prodotto proveniente soprattutto dalla Spagna, per poi divenire miracolosamente ‘made in Italy…’». Non usa mezzi termini il Presidente della Coldiretti di Salerno Pietro Caggiano, nel denunciare il crollo del prezzo dell’olio extravergine di oliva, a soli 20 giorni dall’inizio della campagna olivicolo-olearia. Di contro sono aumentate del 30% le importazioni di prodotto dall’estero, tanto che sugli scaffali dei supermercati è straniero l'olio di oliva contenuto in una bottiglia su due. «E’ determinante – continua Caggiano – che tutti i soggetti operanti nel settore olivicolo–oleario concorrano a creare una ‘cultura della filiera’, per fare in modo che venga riconosciuta la giusta remunerazione sia alle olive che all’olio ed il consumatore finale possa acquistare vero prodotto salernitano al giusto prezzo.»

E proprio sulla trasparenza e sulla rintracciabilità si gioca la sfida per il settore olivicolo. Occorre assicurare, – incalza il Direttore della Coldiretti di Salerno, Aniello Ascolese – che tutti gli oli etichettati dopo il 17 gennaio 2008 rispettino le condizioni fissate dal Decreto che impone le 'Norme in materia di indicazioni obbligatorie nell'etichetta dell'olio vergine, prevedendo la indicazione obbligatoria dello Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l'olio. Se le olive sono state prodotte in più Paesi, questi devono essere tutti indicati in ordine di quantità decrescente. Ciò dovrà riguardare l’intera produzione agroalimentare – conclude il Direttore Ascolese - in linea con quanto disposto dalla Legge 204 del 3 agosto 2004, ottenuta con il sostegno di un milione di firme raccolte da Coldiretti e che obbliga a indicare la provenienza dei prodotti agricoli in tutti gli alimenti, sancito nuovamente dal disegno di legge presentato dal Governo ed all’esame della Conferenza Stato-Regioni».

Il comparto olivicolo-oleario è uno dei settori più colpiti da frodi e sofisticazioni in Italia, Nonostante il riconoscimento comunitario del marchio DOP (Denominazione d’Origine Protetta) ai 2 oli della provincia di Salerno, «Colline Salernitane» e «Cilento», sono enormi i quantitativi di olio di oliva importati ogni anno nel nostro paese per essere miscelati con quello italiano.