2 maggio 2024
Aggiornato 05:00
Lo evidenzia un nuovo rapporto del PAM

Migliora la sicurezza alimentare in Iraq ma la situazione rimane volatile

Secondo l’indagine l’anno scorso, circa 930.000 persone non avevano sufficienti disponibilità di cibo, cifra sensibilmente inferiore rispetto ai 4 milioni circa di persone nel 2005

Secondo verifiche compiute congiuntamente dal governo iracheno e dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM), il numero delle persone senza sufficiente accesso al cibo in Iraq è calato notevolmente. Secondo l’indagine – che evidenzia un significativo miglioramento della sicurezza alimentare – l’anno scorso, circa 930.000 persone non avevano sufficienti disponibilità di cibo, cifra sensibilmente inferiore rispetto ai 4 milioni circa di persone nel 2005.

La verifica (Comprehensive Food Security and Vulnerability Assessment-CFSVA) è stata compiuta nella seconda parte del 2007 in collaborazione con UNICEF, FAO e OMS, a integrazione della precedente inchiesta sulla sicurezza alimentare svoltasi nella metà del 2005.

«Possiamo accogliere con cauta soddisfazione questi dati», ha detto Edward Kallon, Direttore del PAM in Iraq. «La cautela è dovuta al fatto che 930.000 persone a rischio alimentare sono comunque troppe per un paese relativamente ricco. Inoltre, ci sono ulteriori 6,4 milioni di persone che senza la protezione del Sistema Pubblico di Distribuzione, sarebbero a rischio alimentare».

In base al Sistema Pubblico di Distribuzione, gestito dal governo, ogni iracheno ha diritto a una razione mensile di cibo per soddisfare i propri bisogni nutrizionali. Tuttavia, le frequenti riduzioni e ritardi nella distribuzione di alcuni alimenti hanno reso complicato per le famiglie più vulnerabili far fronte alle proprie necessità alimentari.

L’indagine CFSVA, oltre ad avere verificato la sicurezza alimentare di 26.000 persone nel paese, ha anche esaminato lo stato nutrizionale di 24.000 bambini al di sotto dei cinque anni. E’ stato registrato un miglioramento nei tassi nazionali di malnutrizione acuta e un minimo cambiamento nei tassi di malnutrizione cronica. Tuttavia, in cinque distretti, sono stati trovati tassi allarmanti di scarso sviluppo nella crescita infantile.

«Questo rapporto ci fornisce delle informazioni importanti sullo stato attuale della sicurezza alimentare in Iraq», ha detto il Dottor Mehdi al-Alak, direttore dell’Organizzazione Centrale di Statistica e Tecnologia dell’Informazione presso il Ministero iracheno della Pianificazione. «Si tratta di dati significativi per la ripresa economica, la ricostruzione e per un miglioramento nei servizi di base».

«Per la prima volta, abbiamo un rapporto completo che copre tutte le aree del paese. Ciò lo rende uno strumento estremamente prezioso per definire politiche e strategie per il futuro», ha detto il Dott. Jamal Ameen, capo dell’Ufficio Statistico della Regione del Kurdistan.

Il PAM sta attualmente fornendo assistenza alimentare a 750.000 persone tra le più vulnerabili a fronte di una stima di 1,5 milione di persone sfollate dal febbraio 2006, che non hanno accesso continuato alle razioni fornite dal Sistema Pubblico di Distribuzione perché impossibilitati a registrarsi nelle liste dove al momento vivono.

Kallon attribuisce il rovesciamento del trend negativo della sicurezza alimentare all’incremento dell’attività economica nel paese, stimolata da un notevole miglioramento nelle condizioni di sicurezza e dagli sforzi umanitari della comunità internazionale. «Tuttavia rimane una certa volatilità nella situazione e qualsiasi suo peggioramento potrebbe incrinare l’intero andamento», ha dichiaratoo Kallon.

Il rapporto raccomanda di continuare nell’assistenza alimentare ai più vulnerabili, unitamente agli sforzi del governo iracheno di riformare il Sistema Pubblico di Distribuzione. Si auspica il sostegno a iniziative che migliorino i livelli nutrizionali e di accudimento per madri e bambini, il rafforzamento dei programmi basati sui micronutrienti e la fornitura di cibo nelle scuole delle zone più povere con una particolare attenzione affinché questi programmi promuovano l’iscrizione e la frequenza delle bambine a scuola.