25 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Federdistribuzione sulla proposta della nuova legge sul commercio

«Meno servizio per i cittadini, meno occupazione, meno sviluppo economico»

La nuova proposta di legge sulla disciplina del commercio al vaglio del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, diminuisce complessivamente il numero di giornate di aperture domenicali e festive degli esercizi

La nuova proposta di legge sulla disciplina del commercio al vaglio del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, diminuendo complessivamente il numero di giornate di aperture domenicali e festive degli esercizi, rappresenta un grave danno per consumatori, imprese distributive e intero sistema economico della regione.

Riducendo drasticamente il numero dei comuni turistici sancisce, inoltre, che il Friuli Venezia Giulia non si ritiene una regione a vocazione turistica, contraddicendo in questo modo il comportamento di milioni di persone che ogni anno la visitano e l’apprezzano.

La centralità del consumatore è un fattore fondamentale per la distribuzione moderna organizzata e dovrebbe esserlo anche per il mondo istituzionale. Come emerge da uno studio nazionale commissionato da Federdistribuzione al Cermes dell’università Bocconi di Milano, infatti, i cittadini vivono l’acquisto domenicale come un servizio ed un’opportunità. Secondo il 77,7% degli intervistati le aperture domenicali hanno una decisa componente di servizio, poiché consentono una migliore allocazione del tempo, sono piacevoli e permettono un acquisto più ragionato e consapevole.

Diminuire le giornate di aperture festive rappresenta anche una scelta miope dal punto di vista economico in un momento nel quale i consumi sono deboli ed ogni occasione per offrire ai consumatori nuovi momenti di acquisto dovrebbe essere vista positivamente.

Avere meno aperture domenicali e festive comporta impatti anche sul sistema di imprese, che vedranno ridursi il proprio giro d’affari e saranno costrette ad agire riducendo conseguentemente i livelli occupazionali. Questa proposta di legge introduce, infine, un forte elemento di debolezza del territorio nei confronti della concorrenza economica e di attrattività che da tempo stanno esercitando le aree oltre confine, che possono contare su i più ampi orari di apertura dei negozi.

«Ci auguriamo che nel corso della discussione in Consiglio Regionale queste nostre osservazioni possano essere prese in considerazione – dichiara Paolo Martini, delegato di Federdistribuzione per il Friuli Venezia Giulia – Se la legge dovesse passare nella sua attuale formulazione per la nostra regione sarebbe davvero un passo indietro per tutti: per le imprese, che vedrebbero ridotte le possibilità di sviluppo e quindi non potrebbero fare altro che ridurre il personale; per i cittadini, che avrebbero meno servizio e per l’intero sistema economico, costretto ad una competitività territoriale con le armi spuntate. Da sempre Federdistribuzione sostiene una linea di flessibilità e libertà in materia di orari e giorni di apertura, senza distinzioni di tipologia di negozi nella convinzione che un comparto importante come il commercio al dettaglio possa e debba consentire ai consumatori di esprimere le loro preferenze in materia di consumo in ragione delle proprie personali esigenze».