26 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Seminario sul partenariato euromediterraneo

«Più agricoltura e collaborazione tra le due sponde del Mediterraneo»

Giuseppe Politi, in qualità di vicepresidente del Copa, apre a Bruxelles i lavori del seminario sul partenariato euromediterraneo, promosso in collaborazione con la Fipa

«Nella prospettiva dell’area di libero scambio euromediterranea è opportuno tenere in considerazione la necessità di una più equa diffusione dei vantaggi economici tra i diversi paesi del Mediterraneo ed all’interno dei sistemi agricoli dei singoli paesi. L’abbattimento delle tariffe non è condizione sufficiente per l’accrescimento delle relazioni economiche in campo agricolo e per il raggiungimento di uno sviluppo dell’area stabile e duraturo. Il processo di liberalizzazione commerciale, così come l’integrazione economica, deve presupporre l’armonizzazione, tra i paesi che fanno parte dell’area euro mediterranea, dei livelli qualitativi ed igienico-sanitari (sistemi di qualità), oltre che delle regole di origine.

Le opportunità della liberalizzazione possono, inoltre, essere ampiamente percepite solo in seguito al superamento dei ritardi strutturali ed infrastrutturali». Sono questi alcuni dei concetti espressi oggi dal presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi che, in qualità di vicepresidente del Copa (Comitato delle organizzazioni agricole europee), ha introdotto a Bruxelles il seminario promosso dalla stesso Copa e dalla Fipa (Federazione internazionale produttori agricoli) sul partenariato euromediterraneo.

Politi ha sostenuto l’esigenza del passaggio dall’area di libero scambio ad una visione di sviluppo integrato tra le due sponde del Mediterraneo e ribadito che «la grave situazione degli approvvigionamenti di cereali nel sud Mediterraneo e l’eccessiva dipendenza dalle importazioni impongono una nuova centralità delle misure di sostegno interne ed internazionali per l’aumento della produttività e per il miglioramento del funzionamento dei mercati, soprattutto nella prospettiva di un maggiore accesso dei produttori locali ai mercati».

Dopo aver rilevato la necessità di nuove politiche mirate alla razionalizzazione delle strutture agricole, includendo le politiche inerenti la terra e l'acqua, l'educazione e la formazione, l'accesso al credito e ai mercati, il sistema dei trasporti dei prodotti deperibili, Politi ha sottolineato l’esigenza di una reale integrazione economica e di investimenti strutturali. «La creazione di una Banca euromediterranea, pur nelle attuali difficoltà del sistema bancario e finanziario internazionale, potrebbe -ha affermato- favorire la concessione di un canale di finanziamento privilegiato per le opere infrastrutturali a beneficio dei sistemi agricoli».
«Integrazione -ha aggiunto Politi, che ricopre anche l’incarico di vicepresidente del Comitato Mediterraneo della Fipa- è anche sinonimo di pacificazione e di sviluppo: lo testimoniano le esperienze virtuose già in atto nei territori palestinesi ed in Israele. Questo, d’altronde, è il senso dell’attività agricola: garantire sviluppo economico, laddove rappresenta una rilevante quota della ricchezza nazionale, come in molti paesi arabi, assicurare l’equilibrio sociale, laddove offre ampie opportunità occupazionali».

Il presidente della Cia ha, infine, rimarcato l’approccio complementare tra produttività e sostenibilità, alla luce dei mutamenti climatici in corso e della riduzione della disponibilità di risorse idriche e suolo ed evidenziato l’importanza del rafforzamento commerciale delle produzioni mediterranee attraverso la valorizzazione della tipicità (legame con il territorio, marchi collettivi) e della qualità (rispetto standard produttivi e commerciali europei).