29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Riforma del modello contrattuale

Treu: «Sui contratti il Sindacato non si divida»

Estratto dall'articolo del senatore del Pd Tiziano Treu pubblicato oggi dal quotidiano Europa

«Le linee guida sulla riforma della contrattazione, concordate la scorsa settimana fra Confindustria e sindacati ma con le riserve della Cgil, sono un passaggio significativo ma non finale. La formula usata di documento aperto favorisce la continuazione di un confronto che possa permettere una firma unitaria dell'intesa, con la Cgil». Lo scrive il senatore del Pd Tiziano Treu, vicepresidente della commissione Lavoro, in un articolo oggi pubblicato dal quotidiano Europa.

«Mi auguro - scrive ancora Treu - che questo confronto continui effettivamente. Oggi più che mai, nel mezzo di una crisi finanziaria ed economica di gravità senza precedenti, è necessaria unità di intenti fra i sindacati e fra le parti sociali (come in politica). Quanto al merito, il documento contiene alcune indicazioni su cui le posizioni delle parti si sono avvicinate e che sono utili a migliorare il nostro sistema contrattuale. Le questioni più delicate e ancora controverse fra i sindacati riguardano la tutela del potere d'acquisto dei lavoratori nel contratto nazionale e la contrattazione decentrata, o di secondo livello».

«La valorizzazione del secondo livello contrattuale è un obiettivo condiviso per aumentare i salari legati alla produttività, anche se il documento d'intesa si riferisce solo all'ambito aziendale e non a quello territoriale.

È importante che questo ambito di contrattazione sia esteso più di quanto è oggi con il riconoscimento della contrattazione territoriale o altrimenti rafforzando gli incentivi, detassazione e decontribuzione. Le linee guida dell'intesa vanno nella direzione giusta; ma è bene che questo punto sia fortemente sostenuto, altrimenti le aziende avrebbero poco interesse ad accettare il negoziato e l'esito dell'incentivo rischierebbe di essere controproducente».

«Ora che si è fatto il primo passo è urgente continuare il confronto senza pregiudizi ideologici, guardando al merito delle questioni ancora controverse. Una soluzione unitaria è ancora possibile. L'accordo del 1993 non regge più: o lo si rinnova o si apre un vuoto pericoloso per la tenuta delle stesse relazioni sindacali. Anche il governo deve fare la sua parte. Anzitutto dovrebbe trovare le risorse per ridurre la tassazione sulle retribuzioni basse, come richiesto dal sindacato e dal Pd: il che sarebbe utile nell'interesse dell'intera economia perché servirebbe a sostenere i consumi e quindi a contrastare la crisi. In secondo luogo - conclude Treu su Europa - dovrebbe aprire una trattativa seria per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego invece di minacciare iniziative unilaterali. Oltre a rendere giustizia ai dipendenti pubblici, ciò aiuterebbe il negoziato anche nel settore privato».