Il Governo presenterà un emendamento per l'interdizione delle imprese che non denunciano il pizzo
22 operatori economici si sono rivolti alle autorità nell'ultimo semestre. Il sottosegretario all'Interno: «Numeri incomparabili rispetto al passato»
Il Governo presenterà domani in Parlamento un emendamento che prevede l'interdizione delle imprese aggiudicatarie di pubblici appalti e la risoluzione dei contratti in corso se le stesse imprese non hanno denunciato il pizzo. Lo ha detto il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, questa mattina a Palermo per il forum 'Antiracket: da Addiopizzo a Libero Futuro analisi e prospettive', annunciando anche che è allo studio con il ministro dell'Interno Maroni un monitoraggio sulle modalità di risarcimento delle vittime del racket, per velocizzare l'iter delle richieste.
Ventidue operatori economici vittime del pizzo si sono comunque rivolte nell'ultimo semestre 2008 alle Forze dell'ordine per denunciare le estorsioni. «Numeri incomparabili rispetto al passato», ha commentato Mantovano, sottolineando il ruolo fdell'associazionismo in questa rinata partecipazione della società civile alla lotta contro il racket.
A margine del Forum - organizzato presso la facoltà di giurisprudenza di Palermo dall'associazione Libero Futuro, dal Fai (Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura) e dal Comitato Addiopizzo - il sottosegretario all'Interno, partendo dai recenti fatti di cronaca, ha parlato anche di altri temi 'caldi' sul fronte della sicurezza.
Nella lotta alla camorra c'è ancora molto da fare, nel casalese il lavoro dello Stato va intensificato, ha detto Mantovano commentando l'omicidio di Stanislao Cantelli, incensurato, zio del collaboratore di giustizia Luigi Diana, avvenuto ieri a Casal di Principe. «Il nostro intervento e' stato massiccio - ha ricordato il sottosegretario - basta pensare ai 400 uomini delle forze dell'ordine e ai 500 militari inviati. Ma, se in pieno giorno nel centro del paese viene commesso un omicidio e nessuno parla, vuol dire che il lavoro e' ancora lungo».
Non esiste, invece, secondo Mantovano, un allarme razzismo in Italia. A proposito degli episodi di cronaca che hanno avuto come vittime cittadini extracomunitari o italiani di colore, l'opinione del sottosegretario all'Interno è che si tratti piuttosto di forme di bullismo che nascono spesso in situazioni di degrado, sfruttando pretesti ideologici o legati al colore della pelle.
«Molti degli extracomunitari che vivono nel nostro Paese sono inseriti come persone di fiducia presso le famiglie italiane» ha sottolineato Mantovano, mettendo in guardia dal rischio che il razzismo 'possa venir fuori dal condizionamento mediatico più che dalla realtà'.