OGM, Assobiotec: «La politica anti-OGM non ha più alibi»
«Lo studio della Commissione Europea sugli OGM conferma per l’ennesima volta la loro sicurezza»
«Gli alimenti geneticamente modificati sono sicuri per la salute pubblica. I risultati dello studio della Commissione europea resi noti oggi confermano quanto gli scienziati in tutto il mondo, compresi quelli della Fao e dell’Autorità europea sulla sicurezza alimentare (Efsa), ripetono da anni. La politica anti-Ogm in Europa non ha più alcun alibi». È quanto afferma Roberto Gradnik, il presidente di Assobiotec, l’Associazione di Federchimica che rappresenta le imprese biotecnologiche, commentando i risultati dello studio sugli Ogm condotto dal Joint Research Center (JRC) della Commissione europea.
«A questo punto – sostiene Gradnik – ci attendiamo che il governo italiano, dopo le positive aperture espresse da numerosi suoi esponenti e dallo stesso presidente del Consiglio, faccia ripartire da subito la sperimentazione in campo di quegli Organismi geneticamente modificati che hanno già ricevuto il parere positivo di un comitato di tecnici esperti del ministero dell’Agricoltura, del ministero dell’Ambiente e delle Regioni. Così come ci attendiamo un’inversione di tendenza rispetto alla chiusura pregiudiziale che da anni caratterizza la posizione dell’Italia in sede di approvazione europea per la coltivazione e per l’import di prodotti geneticamente modificati.»
«A chiederlo – sottolinea il presidente di Assobiotec – non è solo il mondo delle imprese, ma anche agricoltori e consumatori italiani. Un recente sondaggio di Demoskopea, infatti, ha fatto emergere come il 74% degli agricoltori lombardi interessati alla coltivazione di mais sia favorevole alla sperimentazione. Con il 67% che si è detto pronto a coltivare da subito mais geneticamente modificato, se la legge lo consentisse. Mentre aumenta di anno in anno anche il numero dei consumatori che si dichiarano favorevoli agli Ogm: sono il 30%, secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro, coloro che acquisterebbero da subito prodotti geneticamente modificati, se li trovassero sugli scaffali dei supermercati, e il 15% coloro che non escludono un acquisto di questo tipo riservandosi di scegliere caso per caso».
«Gli italiani – afferma Gradnik – sono molto più consapevoli e aperti all’innovazione di quanto fingano di credere parti del mondo politico e delle associazioni agricole che sugli Ogm continuano a portare avanti una posizione di pregiudiziale e ideologica chiusura.
«In pochi ormai – conclude il presidente dell’Associazione delle imprese biotech – ignorano che una delle cause dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari è legata proprio all’abbandono della ricerca scientifica sui prodotti agricoli, in grado di condurre alla selezione di specie più produttive e resistenti ai cambiamenti climatici. L’intero paese deve sentire forte il dovere di non disperdere il nostro immenso patrimonio di ricerca e di innovazione, che rappresenta una chiave fondamentale per assicurare alla nostra economia la capacità di competere e il mantenimento dell’alto tenore di vita raggiunto a beneficio delle giovani generazioni».
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