2 maggio 2024
Aggiornato 07:30
Riforma del modello contrattuale

Contratti, Epifani: «non ci può essere una firma a prescindere»

«Su Alitalia non c’è trasparenza sul numero esuberi»

«E' una trattativa su una questione seria che bisogna fare seriamente, rispettando le opinioni di tutti. Da parte nostra non può esserci una firma a prescindere se non sono rispettate le condizioni di merito poste dal sindacato». Così il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, dal workshop Ambrosetti, giudica la trattativa sulla riforma del modello contrattuale. «E' una trattativa nel cui è del tutto inopportuno fare ultimatum», ha proseguito il segretario della Cgil parlando dei contratti. «Stiamo discutendo da un mese, ci sono dei punti in cui non siamo d'accordo e su cui dobbiamo continuare a discutere. In particolare – ha precisato - ci sono due cose: la necessità di un intervento fiscale per aiutare i lavoratori visto che l'inflazione è al 4% e la questione salariale perché le famiglie italiane sono in difficoltà e diminuiscono i consumi. La questione del reddito non può essere indipendente dalla vicenda dei contratti».

Sulla trattativa in corso per Alitalia, Epifani ha lamentato un mancata trasparenza sul numero degli esuberi: «Non c'è trasparenza sul numero degli esuberi – ha detto - si parla di 3mia o 7mila ma 3mila o 7mila sono un altro conto». Per il il numero uno della Cgil, «non c'è molta chiarezza neanche sul piano industriale, bisogna che le cose vadano discusse approfonditamente. Il rapporto tra i costi che pagano i cittadini, il piano di rilancio e la difesa dell'occupazione deve essere equilibrato altrimenti si da troppo vantaggio ai privati e poco al sistema della collettività. Oltretutto - ha concluso Epifani - in questo modo non si lavora per il rilancio di Alitalia».

In merito all’avvio delle mobilitazioni nel mondo della scuola contro le politiche del ministro Gelmini, il numero uno di Corso d’Italia ha detto: «C'e' molta preoccupazione nei ragazzi e nelle famiglie per la riforma. E' un problema molto serio e può costituire il fulcro di una protesta molto estesa». Per il segretario della Cgil, «non ci può essere soltanto una logica quantitativa. Non si può pensare a tagliare solo perché si deve risparmiare, non si può a pensare a 100 mila insegnanti in meno, a 50 mila amministrativi in meno considerandoli a prescindere senza pensare dove servono e dove non servono. La scuola non può vivere in una logica solo quantitativa ma si deve pensare anche alla qualità. La scuola elementare è riconosciuta unanimemente come una eccellenza e quello che sta succedendo pone dei problemi molto delicati».

Infine, sull’operato dell’esecutivo, il segretario generale ha osservato: «Se il governo non cambia la politica sui salari, sul fisco, sulle pensioni e su tutta la politica industriale il sindacato, e la Cgil in particolare, non potrà stare fermo ma chiederà le cose che servono al paese». Anche perché, replica ancora, «il governo non si occupa di salari e di pensioni, non si occupa proprio di queste cose». Ma il problema più grave dell'autunno, ha concluso Epifani, «oltre a quello dei redditi è quello dell'occupazione perché non aumentano gli straordinari ma aumenta invece la cassa integrazione».