15 ottobre 2025
Aggiornato 08:30
Addio a Scelta Civica

Susta torna, PD biellese critico

Il Senatore ed ex sindaco aveva lasciato i Democratici nel mese di marzo del 2011. De Lima e Furia tiepidi alla notizia. Ironici Moscarola e Pietrobon.

BIELLA - Gianluca Susta torna nel Partito democratico ma a Biella l’accoglienza è tiepida. Molto tiepida. Che in «politichese» vuol dire: biasimo e critiche. Il senatore ed ex sindaco della città, da venerdì, è tornato nel primo partito italiano, lasciando Scelta Civica e l’ex premier Monti, dove ha ricoperto anche l’importante incarico di portavoce. Con Susta si sono trasferiti nel Pd anche il ministro dell’istruzione Giannini, il viceministro allo sviluppo Calenda, i senatori Ichino, Lanzilllotta e Maran e le deputate Borletti Buitoni e Tinagli: «È venuta meno la ragion d’essere originaria di Scelta Civica - hanno spiegato, tutti, in una nota ufficiale -. Scelta Civica rischiava di ridursi a un piccolo partito dedicato più a esercitare il proprio potere di coalizione e di interdizione che a spingere una propria agenda».

Susta aveva lasciato il Pd nel mese di marzo del 2011. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia sia a livello nazionale sia a livello locale. Nel frattempo infatti il Pd è andato al governo del Paese (grazie a Renzi) e del capoluogo provinciale (grazie a Cavicchioli). Proprio nelle elezioni amministrative della scorsa primavera, Susta, era stato avversario della coalizione di centrosinistra, promuovendo la formazione centrista di «Buongiorno Biella». La quale neanche al secondo turno aveva portato acqua alla causa «rossa». Da qui, probabilmente, i torni poco felici di ieri, alla notizia del ritorno di Susta. Severamente si sono espressi sia Rita De Lima (figura storia della sinistra biellese) sia il segretario provinciale Paolo Furia, che ha parlato di accordi e di punti d’incontro da ritrovare dopo anni di contrapposizioni. Critico e ironico nei confronti del Pd e di Susta, Roberto Pietrobon (ex Rifondazione e «Sel») e dal consigliere comunale leghista Giacomo Moscarola.