5 maggio 2024
Aggiornato 15:30
Un protocollo di legalità tra Prefetture e Anas

Emilia Romagna, dati positivi sulla sicurezza

Il documento firmato a Bologna per contrastare le infiltrazioni negli appalti. Potenzierà la trasparenza e i controlli

Il tessuto economico produttivo ed il quadro complessivo della sicurezza in Emilia Romagna soffrono meno che in altre Regioni la presenza della criminalità organizzata. Il dato emerge dal documento di sintesi presentato oggi a Bologna in prefettura nel corso della Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza, durante la quale sono state discusse anche le future strategie operative.

Positivi anche i dati sull'andamento dei reati nella regione, significativamente diminuiti dal 2007 al 2008, in misura inversamente proporzionale all'attività di contrasto delle Forze dell'Ordine che, invece, risulta in crescita come dimostra l'aumento degli arresti e delle denunce.

Si conferma, dunque, la linea operativa 'vincente' della prevenzione, che va potenziata incrementando il monitoraggio nei vari settori - appalti, edilizia e trasporti in primis - e contrastando la strategia dell'infiltrazione, canale privilegiato del crimine organizzato anche in Emilia Romagna.

Le Prefetture della Regione hanno offerto subito una risposta operativa. Al temine della Conferenza, infatti, i Prefetti delle nove province hanno stipulato con l'Anas il 'Protocollo di legalità per prevenire i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti'. Un «importante tassello della strategia complessiva di lotta alle infiltrazioni criminali nel settore degli lavori pubblici» lo ha definito il prefetto di Bologna Angelo Tranfaglia, che ha firmato il documento insieme con il Direttore centrale Nuove Costruzioni dell’Anas Gavino Coratza.

Aumentare la trasparenza nei lavori appaltati ed eseguiti dall’Anas, potenziare i controlli, introdurre nei bandi di gara e nei capitolati clausole per escludere le ditte che risultassero in rapporto con la criminalità organizzata: questi gli obiettivi del protocollo, che introduce misure ad hoc individuando tre livelli d'intervento:

- inserimento nei bandi di gara e nei contratti d’appalto di clausole che obbligano le ditte a riferire tempestivamente ogni richiesta illecita di denaro o di illecita prestazione;

- in caso di appalto di lavori di importo superiore a 1 milione di Euro o di forniture e servizi di importo superiore a 100 mila Euro, le società interessate dovranno comunicare tramite Anas alla Prefettura competente i dati necessari per gli accertamenti antimafia già al momento della pubblicazione dei bandi di gara e non più solo nella fase di aggiudicazione e stipula dei contratti;

- previsione di clausole di revoca o recesso in base alle quali Anas può escludere le imprese in qualsiasi momento delle  procedure di gara e di esecuzione dei lavori nel caso di accertamento di rapporti con associazioni criminali.

Il Protollo prevede, inoltre, l'estensione delle misure antimafia nei confronti delle imprese che partecipano alle gare anche ai casi non espressamente previsti dalla legge, come l’obbligo di comunicazione degli affidamenti di servizi e forniture 'sensibili' - ad esempio, trasporto materiali in discarica e smaltimento rifiuti - con il dovere di denunciare ogni tentativo di condizionamento di natura criminale.