28 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia della Camera

Corruzione, maggioranza divisa sul testo Severino

Si vota su norme penali. Pdl: Da noi nessun ostruzionismo. E' sempre aperta la questione delle modifiche al reato di concussione, che potrebbero incidere sul processo Ruby nel quale è imputato l'ex premier Silvio Berlusconi

ROMA - Riprende domani mattina alle 10,30 il cammino del ddl anticorruzione nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera. Da domani si vota sulle norme penali, quelle definite dall'articolo 9 del provvedimento, ma la discussione, nonostante i tentativi di sintesi portati avanti nei mesi scorsi dal Governo, riparte senza una maggioranza definita sulle proposte del ministro della Giustizia Paola Severino e con grandi tensioni soprattutto fra Pdl e Pd, i due principali partiti pro-Monti.

E' sempre aperta la questione delle modifiche al reato di concussione, che potrebbero incidere sul processo Ruby nel quale è imputato l'ex premier Silvio Berlusconi, ma anche sui nuovi profili di reato come la corruzione fra privati e sull'equilibrio fra le pene e la prescrizione non sono sciolti tutti i nodi. La Guardasigilli ha promesso di «non strangolare il dibattito con la fiducia» ma ha ammonito i dissenzienti: «Ci sono dei punti su cui la piramide è costruita che devono restare fermi altrimenti l'edificio traballa».
Di fronte alla «preoccupazione» sulla sorte del provvedimento espressa dalla presidente finiana della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, il Pd è tornato a lanciare l'allarme sui rischi di un rinvio: «Il ddl anticorruzione deve essere legge entro l'estate», ha ribadito Donatella Ferranti, secondo la quale le norme vigenti non sono efficaci ed è di grande importanza l'introduzione delle tre nuove fattispecie del traffico di influenze, della corruzione per esercizio della funzione e della corruzione fra privati.

Il Pd sospetta il Pdl di voler prendere tempo per arrivare in aula con il vecchio testo del ddl Alfano, ma il capogruppo azzurro in commissione Giustizia Enrico Costa smentisce: «Mai fatto ostruzionismo - ha detto raggiunto telefonicamente - noi andremo avanti coerentemente sulla nostra linea».
Sta di fatto che la linea ufficiale del Pdl è stata di non presentare subemendamenti «di gruppo» all'emendamento Severino sull'articolo 9, e le modifiche del Pdl sono state avanzate a titolo individuale da alcuni deputati. Ma il malumore degli azzurri non è un segreto: non convincono secondo Costa «alcuni aspetti della corruzione fra privati ma anche alcune norme che non definiscono in modo chiaro ciò che è lecito e ciò che è illecito. Nel campo dei reati contro la pubblica amministrazione non ci si può affidare all'interpretazione del giudice». Il rischio concreto è che si formino maggioranze eterogenee sulle diverse votazioni: un rischio ben presente al Governo, tanto che il ministro su molti subemendamenti non ha dato parere favorevole o contrario ma si è rimesso al voto delle commissioni. Ma quando si arriverà alle norme clou del ddl potrebbe non bastare a scongiurare uno scontro tutto interno alla maggioranza che sostiene il Governo Monti.

API: Introdurre il reato di autoriciclaggio - «Oltre l'80% degli italiani ritiene che la corruzione dilaghi nelle istituzioni e questo contribuisce ad aumentare il divario tra società e politica». Lo dichiara in una nota la coordinatrice di Alleanza per l'Italia giovani Laura Venneri che annuncia la pubblicazione questa sera, sul sito di Api giovani, di un video-denuncia che mette in evidenza come il money trasfer venga utilizzato in maniera non sempre lecita.
«Si sta temporeggiando troppo anche sul ddl anti-corruzione - continua Venneri - e questo non fa che alimentare la pessima immagine di tutta la politica. Oggi più che mai occorre trasparenza. Noi abbiamo pensato di approfondire e diffondere i dati sul ruolo dei money trasfer nel riciclaggio di denaro sporco con un video-denuncia».
Secondo l'esponente rutelliana «ciò che emerge è una realtà allarmante che richiede leggi severe e tempestive e i dati diffusi con il video parlano chiaro. Una soluzione possibile, e realizzabile anche facilmente, sarebbe l'introduzione del reato di auto-riciclaggio chiesto da tempo da più parti. Una norma assente solo nella legislazione italiana. Se il ministro Severino non intende inserirla nel ddl anti-corruzione, chiediamo ai nostri parlamentari di intervenire perché la questione non può e non deve andare nel dimenticatoio», conclude Venneri.