Borsa, ondata di crolli in Europa: Milano -3,8%, lo spread risale a 413
Le incertezze politiche in Francia e Olanda si sommano alla paura della recessione. I rendimenti sui Btp a 10 anni dell'Italia sono risaliti fino al 5,75 per cento e il loro differenziale o «spread» rispetto ai Bund ha toccato un picco a 4,13 punti percentuali, o 413 punti base, sui massimi da fine gennaio
ROMA - E' iniziata con una nuova allarmante ondata di crolli la settimana dei mercati in Europa, stretti in una morsa si tensioni in cui alle incertezze di natura politica - tra le elezioni presidenziali in Francia e la crisi di governo in Olanda - si sono aggiunti rinnovati timori sulle prospettive dell'economia reale. A Milano il Ftse-Mib ha chiuso gli scambi lasciando sul terreno un 3,83 per cento, dopo aver subito flessioni che hanno sfiorato il 4 per cento, mentre l'allarmismo è tornato subito a bersagliare i titoli di Stato dei paesi periferici dell'area euro. I rendimenti sui Btp a 10 anni dell'Italia sono risaliti fino al 5,75 per cento e il loro differenziale o «spread» rispetto ai Bund ha toccato un picco a 4,13 punti percentuali, o 413 punti base, sui massimi da fine gennaio.
Oggi sotto i riflettori è finita soprattutto la Francia, dopo che il primo turno delle presidenziali ha portato come da atteso ad una contesa tra il presidente uscente Nicolas Sarkozy superato, di misura, secondo gli ultimi dati, dal socialista Francois Hollande. Saranno loro due a giocarsi il ballottaggio tra due settimane ma intanto si è registrata una forte ascesa della destra nazionalista di Marine Le Pen, che si è aggiudicata circa un 18 per cento. La Borsa di Parigi ha chiuso al meno 2,83 per cento, mentre i titoli di Stato del paese continuano a subire pressioni che già si erano viste venerdì scorso. I rendimenti degli Oat decennali sono saluti fino al 3,15 per cento e il loro spread sui Bund ha toccato 147 punti base secondo Bloomberg.
Intanto in Olanda si profilano elezioni anticipate, dopo che il premier Mark Rutte ha rassegnato le dimissioni a seguito di una rottura della coalizione di governo, anche in questo caso su impulso di un partito di destra nazionalista. La Borsa di Amsterdam ha chiuso al meno 2,57 per cento. Non è andata meglio sugli altri mercati dell'area euro, dopo che l'indice Pmi di aprile ha segnalato un inatteso crollo dell'attività delle imprese, che ha spinto il centro studi Markit Economics a rievocare lo spettro di una «recessione a W». Ossia che si sia reinnescata una fase di marcata contrazione dopo quella di recupero seguita alla recessione del 2009.
Pesante anche Francoforte con meno 3,36 per cento, Londra meno 2,11 per cento, Madrid ha segnato un meno 2,76 per cento mentre i tassi dei Bonos a 10 anni sono risaliti sopra il 6 per cento e lo spread sui Bund a 439 punti base. L'euro si è indebolito a 1,3122 dollari, mentre anche Wall Street subisce pesanti cali: a metà seduta l'indice Dow Jones cede un 1,12 per cento, il Nasdaq cala dell'1,43 per cento. Le dinamiche odierne potrebbero anche rappresentare una reazione non entusiastica agli esiti del G20 delle Finanze di questo fine settimana, in cui i responsabili economici delle maggiori economie mondiali si sono accordati su un compromesso al ribasso del rafforzamento delle risorse anti crisi del Fondo monetario internazionale, e con l'inquietante chiamarsi fuori degli Stati Uniti.
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