29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Il 30 marzo dalle 21

Ciconicco: 40 anni per la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo

Signum Jonae - con la regia di Giacomo Trevisan e le scenografie di Luigina Tusini - racconterà, in qualche modo, le nostre radici cristiane, quelle della nostra terra

CICONICCO - È una storia lunga 40 anni. La Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, che tutti gli anni si svolge a Ciconicco in occasione del Venerdì Santo (quest’anno il 30 marzo dalle 21 e dalle 20.15 un concerto corale, in caso di maltempo e in replica il 7 aprile, alle 21), è stata ‘messa in scena’ per la prima volta nel 1979.

UNA STORIA LUNGA 40 ANNI - All’epoca lungo le stazioni (le vie del paese) della Via Crucis si incontravano dei ‘quadri viventi’. Più tardi è stato il piazzale della Chiesa a essere scelto come palcoscenico. Infine, sono diventate le colline che sovrastano l'abitato di Ciconicco, la cornice ideale. Ciò che mai è cambiato è il desiderio dell’associazione culturale ‘Un Grup di Amis’ di creare, in quella che è una delle celebrazioni più importante per i cattolici (se non la più importante) un momento di intensa riflessione sul dramma della Croce e sul messaggio di speranza che ne può derivare. Un messaggio importante che annualmente viene veicolato facendo luce su figure secondarie del racconto e che consentono di attualizzare il messaggio evangelico e di ritrovarlo nella realtà che viviamo.

L’EDIZIONE 2018, Signum Jonae - con la regia di Giacomo Trevisan e le scenografie di Luigina Tusini - racconterà, in qualche modo, le nostre radici cristiane, quelle della nostra terra, e lo farà «attraverso una sorta di flashforward – spiega il regista -. Durante la narrazione della Passione di Cristo, dall’ingresso a Gerusalemme alla crocifissione, il pubblico ‘incontrerà’ anche due scalpellini intenti a realizzare il mosaico della Basilica di Aquileia, dove sono rappresentate le vicissitudini di Giona. I due operai racconteranno la vicenda e nel contempo la storia della Chiesa di Aquileia e delle sue sue origini». Attraverso la storia di Giona sarà narrata l’esperienza terrena di Gesù e la sua Passione. E in qualche modo anche la storia che ha caratterizzato la chiesa di Aquileia luogo simbolo e crocevia di popoli e culture.

IL RITO AQUILEIENSE talvolta, infatti, può differenziarsi per alcuni aspetti da quello romano come a esempio avviene nel ‘Credo’: «Ad Aquileia, Gerusalemme, Alessandria, (sempre riconosciuto da Roma) si dice che dice Gesù «patì, morì, fu sepolto, discese agli inferi e il terzo giorno è resuscitato»». Gli inferi, sono un elemento in più che generalmente non troviamo nel 'Credo'. Ma questa formula porta con sé un messaggio molto importante – spiega ancora Trevisan - Cristo nel sabato scende agli inferi e porta la salvezza a tutti, anche a chi è nato prima della sua venuta. Gesù salva tutti i peccatori che incontreranno il messaggio di Dio e si pentiranno. Lo trovo - conclude - un messaggio molto adatto e soprattutto molto attuale, perché portatore di grande speranza».

COMUNITÁ - Anche quest’anno il compito degli attori e di tutti coloro che lavorano alla buona riuscita dell’evento (gente del paese di ogni età e genere) sarà impegnativo ma ancora una volta carico di significato. Un significato che non solo è legato alla credenza religiosa, ma che va anche al di là: la Sacra Rappresentazione, infatti, da quarant’anni riesce a unire un intero paese e a far lavorare molte, molte, molte persone per un unico obiettivo. Si tratta di gente ‘comune’, non di attori, ciascuno ha una propria vita, dei propri hobby, una professione. Ma in prossimità della Rappresentazione, tutti insieme si impegnano. Imparano il ruolo affidatogli. Provano, provano e ancora provano. E quella sera creano una magia. La comunità, insieme, condivide il suo impegno e chi ha deciso di partecipare. E questo è un regalo, e un esempio