Il Maestro a cinque punte. Battiato a Palmanova
Accompagnato dalla Royal Philharmonic Concert Orchestra, il settantaduenne compositore catanese (orfano da qualche anno del suo braccio destro filosofico Manlio Sgalambro) ripercorre una carrieraa folgorante con arrangiamenti degni di un grande maestro, per l'appunto
PALMANOVA - Ci sono i concerti: uno ci va, prende il biglietto, ascolta la musica, ritorna a casa. E poi ci sono gli eventi: vai, ascolti e poi la musica ritorna a casa con te. Per avere l'evento ci vogliono tre ingredienti: un grande artista, un bel posto dove farlo suonare, e - soprattutto - che tra l'artista è il luogo ci sia una connessione. Franco Battiato, il Maestro per antonomasia della musica italiana a Palmanova: colui che ha iniziato ad esoterismo, sufi, dottrine orientali un'intera generazione con la sue canzoni che suona nella città stellata.
Ecco: abbiamo l'evento, di più - un matrimonio perfetto! Accompagnato dalla Royal Philharmonic Concert Orchestra, il settantaduenne compositore catanese (orfano da qualche anno del suo braccio destro filosofico Manlio Sgalambro) ripercorre una carrieraa folgorante con arrangiamenti degni di un grande maestro, per l'appunto. Si parte con le musiche dei film, poi il repertorio infinito della sua discografia si concentra sulle registrazioni dei primi anni novanta, le più mistiche e concepite per orchestra già allora.
"Povera Patria" con l'accusare i governanti di buffonaggine è sempre catartica e liberatoria, "La Cura" riscuote applausi di interminabile commozione, l'alba dentro all'imbrunire della "Prospettiva Nevskij" ti spinge ad essere migliore ogni volta che l'ascolti. Imperfezioni negli attacchi e in qualche parola dimenticata, non nuovi nella sue performance live, così come atteggiamenti al limite dell'insofferenza ed un dialogo con il pubblico che oramai rasenta il surreale. Al Maestro però, gli si perdona tutto. Nel parterre si nota l'assenza di pezzi famosissimi in scaletta, non ci sono bandiere bianche che sventolano e nessun centro di gravità a suggellare simbolicamente la piazza, che rimane aperta ad una nuova ricerca evolutiva. Serata memorabile nella quale tutti si porteranno dentro quella musica per un bel po', con l'augurio - doveroso - che ritorni presto l'era di Franco Battiato!