1 maggio 2024
Aggiornato 19:30
Le parole di Marchiori

Tassa di Soggiorno: il silenzio (improvviso) delle categorie

Confcommercio, Cciaa e Federalberghi, d'improvviso, dopo i toni forti usati nei mesi scorsi sull'argomento, sembrano essersi adeguati alla situazione. Cos’è cambiato in così poco tempo?

UDINE – Quando l’ipotesi ‘Tassa di Soggiorno’ cominciò a circolare per i palazzi regionali, ci fu una vera e propria levata di scudi da parte delle categorie economiche. Confcommercio, Cciaa e Federalberghi, anche usando toni forti, bocciarono su tutta la linea l’idea di introdurre la Tassa anche in Fvg, 'bollandola' come inutile, dannosa per l’economia locale e penalizzante per gli operatori economici.
Oggi che la Tassa di Soggiorno è diventata realtà, dopo l’introduzione decisa dalla giunta regionale, nessuno alza più la voce. Le categorie, d’improvviso, sembrano essersi adeguati alla situazione. Cos’è cambiato in pochi mesi? E’ probabile che i presidenti provinciali e regionali di Confcommercio (Da Pozzo e Marchiori) siano riusciti a strappare delle rassicurazioni all’assessore Bolzonello sul modo in cui i proventi della tassa saranno utilizzati. Specialmente a Lignano.

Interrogato sulla questione, Alberto Marchiori dimostra di aver abbassato notevolmente i toni rispetto al passato. «Siamo contro qualsiasi nuova forma di tassazione per principio, vista la situazione generale che stiamo vivendo – ha chiarito –. Però se di tassazione si deve parlare, non si può prescindere dai termini di una tassa di scopo, dove le risorse vengono destinate in maniera mirata al comparto turistico in termini di infrastrutture e di promozione. Se così è – ha commentato – possiamo giocoforza accettare la soluzione prospettata dalla Regione, purché si mantenga in livelli non eccessivi e che quindi non diventi una controindicazione per l’arrivo del turista».

Evidentemente la scuola di Bibione ha convinto anche gli scettici. Nella località veneta, infatti, con i quasi 2 milioni di euro incassati ogni anno, si sono create piste ciclabili, aree pedonali, palazzetti dello sport. Ecco perché a Lignano non aspettano che far partire questa tassa, che da alcuni calcoli fatti dalla Fondazione Think Tank Nord Est di Venezia, potrebbero far guadagnare 1,5 milioni di euro ogni anno. Ovviamente da reinvestire in infrastrutture turistiche e promozione.