28 aprile 2024
Aggiornato 16:30
La crisi

Una trentina i sindaci arrivati ad Amaro per CoopCa

L'incontro promosso da Renato Carlantoni ha riacceso l'attenzione sul futuro dei lavoratori della Cooperativa Carnica. E a chi ha messo in dubbio la bontà dell'iniziativa, ha risposto: «Io non ho mai chiesto i voti alla CoopCa»

AMARO – Il futuro degli oltre 600 lavoratori CoopCa è stato al centro dell’incontro svoltosi sabato mattina ad Amaro. Una riunione convocata dal sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni a cui hanno preso parte i sindacati di Cgil, Cisl e Uil, una trentina di primi cittadini, alcuni dei dipendenti della Cooperativa Carnica. Si è notata l'assenza, invece, di quella parte di politici della montagna, di coloro che più volte, dagli stessi lavoratori, sono stati accusati di aver fatto campagna elettorale in CoopCa, anche pochi mesi prima che lo scandalo venisse a galla. 

L’incontro è servito per riportare l’attenzione sulla Cooperativa e su quei 400 dipendenti che rischiano di andare a casa, quelli cioè che non rientrano nei punti vendita per cui è stata formalizzata una proposta di acquisto. Il 29 ottobre è prevista l’omologa del concordato preventivo, che darà il via alla pubblicazione dei bandi di gara per le aste dei negozi.
L’incertezza, insomma, è ancora grande, e non riguarda solo i soci prestatori di CoopCa, ma anche i lavoratori, finiti forse un po’ ai margini del clamore mediatico in questo periodo.

«L’incontro è andato bene – ha chiarito Carlantoni – anche se è chiaro che non saranno i sindaci o i rappresentanti dei lavoratori a risolvere una problematica frutto di una gestione fallimentare in passato. I primi cittadini, però, possono fare il proprio mestiere e interpretare le richieste del territorio, dando voce a quelle famiglie che vedono messo a rischio il proprio posto di lavoro. Mi è stato chiesto di incontrare i 23 lavoratori della CoopCa di Tarvisio – ha aggiunto – e ho pensato di estendere l’appuntamento a tutti i dipendenti della Cooperativa, scegliendo Amaro per vederci. Il fatto che siano arrivate persone da Gemona, Spilimbergo o Trieste è un segnale forte sulla necessità di unire le forze,  lavorando insieme a Regione e sindacati per trovare una via d’uscita». Tra le ipotesi emerse, quella dell’autoimprenditorialità, che consentirebbe a qualche lavoratore di rimettersi in gioco diventando attore protagonista nella riapertura dei punti vendita.

Carlantoni ha poi risposto a chi ha visto nell’iniziativa una mossa dal sapore elettorale: «Non ho mai chiesto voti alla CoopCa». Detto questo il sindaco ha invitato a superare «l’unitile dualismo» tra Carnia e Tarvisiano. «Vogliamo porre l’attenzione – ha concluso – su un problema che interessa tutto il territorio regionale».