5 maggio 2024
Aggiornato 02:00
agricoltura

Dal Zovo, il territorio non è un sedime da cementificare

La consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo commenta negativamente l'approvazione del disegno di legge n. 218 sullo sviluppo del sistema territoriale regionale e di semplificazione in materie quali edilizia e infrastrutture, portualità, trasporti, urbanistica e lavori pubblici, paesaggio e biodiversità

GORIZIA - «Al di là delle modifiche normative introdotte, molte delle quali in recepimento di normative sovraordinate, c'è da dire che la Regione non dimostra alcuna volontà di essere virtuosa. Significativo è il mantenimento del termine del 2050 per raggiungere il mitico consumo di suolo zero, nel senso che andando avanti così a quell'epoca non ci sarà più un problema di suolo inedificato da destinarsi alle attività agricole». La consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo commenta negativamente l'approvazione del disegno di legge n. 218 sullo sviluppo del sistema territoriale regionale e di semplificazione in materie quali edilizia e infrastrutture, portualità, trasporti, urbanistica e lavori pubblici, paesaggio e biodiversità.

 

«Avevamo proposto di portare il termine al 2020 per accelerare quei processi virtuosi che si potrebbero mettere in campo, al fine di preservare il nostro suolo. Evidentemente - aggiunge la Dal Zovo - in questa Regione la volontà è ben altra. È vero che l'Unione europea ha fissato il 2050 come obiettivo, ma è anche vero che il termine del 2020 è stato stabilito dalla Ue per il perseguimento di molti risultati che hanno a che fare con lo sviluppo sostenibile, che non possono quindi prescindere dalla tutela e dalla non impermeabilizzazione del suolo. Noi, come sempre, crediamo che bisogna essere più coraggiosi nelle scelte e che l'Esecutivo regionale debba dare indicazioni chiare in merito alle priorità su cui puntare.

«Oggi inoltre sono state bocciate anche le proposte volte a mantenere l'area di pertinenza urbanistica soggetta a espansione in variante non sostanziale nel limite del 50% dell'area, una misura introdotta dalla giunta Serracchiani con la LR 21/2015 e ora ampliata dallo stesso esecutivo regionale al 70%. Così come sono stati bocciati - precisa la consigliera - gli emendamenti che tentavano di precisare l'impossibilità di ridurre in variante non sostanziale degli strumenti urbanistici le attuali zone agricole e zone di rilevanza ambientale o quantomeno prevederne la loro invarianza, come richiesto da Coldiretti e da altri portatori di interesse.

«Lo stesso Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale nel documento appena presentato spiega chiaramente che a farne le spese più grandi sono sempre le zone agricole, aree che, quando si parla di opere più o meno strategiche, finiscono per essere letteralmente mangiate dal cemento. Anche questa tendenza deve cambiare - sottolinea la Dal Zovo -. Il Friuli Venezia Giulia vive di agricoltura, molte famiglie vivono di agricoltura. Tutelare i cittadini deve essere un compito primario di una amministrazione pubblica. Non certo sottrarre loro porzioni di terreno o terreni interi acquistati grazie al lavoro di una vita. Vorremmo - conclude - che si smettesse di vedere il territorio solo come un sedime da cementificare e ricementificare, in derogao meno. È venuto il momento di cambiare marcia».