19 maggio 2024
Aggiornato 04:00
Trieste Science+fiction festival

“Incontri di futurologia” giovedi 3 novembre

Al magazzino delle idee si parlerà di cambiamenti climatici, Homo sapiens e le particelle subatomiche oltre il bosone di Higgs

TRIESTE - Dalle catastrofi climatiche del passato all’attuale riscaldamento globale. E dalle antiche convivenze di Homo sapiens al bosone di Higgs, per mezzo secolo la più ricercata delle particelle elementari.
Sono questi i temi della seconda giornata (giovedì 3 novembre) degli Incontri di Futurologia organizzati nell’ambito del Trieste Science+Fiction Festival, al Magazzino delle Idee (Corso Cavour 2) dalle 10.30 alle 13.00, a ingresso gratuito.

Quella catastrofe climatica di 14 mila anni fa: potrà ripetersi?
Michele Rebesco, geologo marino dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (ore 10.30), illustra i risultati di una recente campagna oceanografica in Artico, a bordo della nave Ogs Explora, che ha messo in evidenza il catastrofico scioglimento della calotta polare avvenuto circa 14 mila anni fa, e che ha innescato uno sconvolgimento climatico e ambientale fino alle zone tropicali. Che cosa succederebbe se si ripetesse oggi un evento di tale portata? È solo fantascienza o uno scenario plausibile?

Homo sapiens & c.: era in siberia il bar di «Guerre stellari»
A seguire (ore 11.15), con Paolo Tuniz, del Centro Internazionale di Fisica Teorica, ci si sposta dai Poli ai monti Altaj, che si estendono dalla Siberia al deserto del Gobi. Un’area in cui 50 mila anni fa convivevano almeno tre specie umane: noi sapiens, i Neanderthal e gli umani di Denisova, una nuova specie cui viene dato provvisoriamente il nome della caverna siberiana in cui sono stati trovati. Un’occasione dunque per conoscere il nostro remoto passato grazie alle tecnologie più innovative, come i nuovi metodi di sequenziamento del Dna.

Oltre il bosone di Higgs: terra incognita e nuova fisica
E per finire, alle 12:00 si esplora l’infinitamente piccolo, accompagnati da Marina Cobal, che al Cern di Ginevra guida il team italiano dell’esperimento Atlas al Large Hadron Collider (Lhc), il più potente acceleratore di particelle al mondo. È qui che nel luglio 2012 è stata identificata la più elusiva delle particelle subatomiche, il bosone di Higgs, la cui scoperta ha chiuso mezzo secolo di fisica delle alte energie sancendo la validità della teoria nota come Modello Standard delle interazioni fondamentali. Ma lo studio del mondo subnucleare continua.

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