L'inimitabile Rosa di Gorizia
Gli agricoltori più anziani della zona ricordano di aver sempre prodotto questo tipo di radicchio che rappresentava una tra le poche colture che dava un certo reddito anche durante l’inverno
GORIZIA - Negli orti cittadini e nelle zone agricole poste alla periferia della città, da tempo immemore si coltiva una varietà locale di radicchio rosso simile ad una rosa appena sbocciata, per l'appunto chiamata La Rosa di Gorizia. Conosciuta fin dai tempi degli Asburgo, tanto che il funzionario austriaco Karl von Czoernig la cita nel 1874 nella sua opera dedicata a Gorizia ed al suo territorio circostante.
DIFFUSIONE E POPOLARITA' - Fu grazie alla sua commercializzazione sui mercati locali e soprattutto su quello di Trieste che la Rosa di Gorizia è riuscita a mantenere la sua fama fino ai giorni nostri. Negli anni ‘50, questo radicchio, mediante l’impollinazione con una varietà da taglio, ha anche dato origine al radicchio canarino, identico in tutto e per tutto a quest’ultimo, tranne che per il colore che risulta essere appunto giallo canarino. L’aumento della popolarità di questi radicchi purtroppo è inversamente proporzionale alla loro produzione che ormai è limitata a pochi ettari coltivati dai pochi contadini che ancora portano avanti una coltivazione lunga e laboriosa.
IL GUSTO E IL COLORE DELLA ROSA - La rosa ha un sapore intenso, appena amarognolo, croccante. Il colore è rosso carico, brillante, con variegate sfumature verso il rosa o il rosso granato. La tecnica tradizionale prevede la semina primaverile insieme con l’avena o la semina in colture di cereali invernali. Pertanto era tra le colture orticole che poteva essere seminata in modo estensivo ed occupare terreni meno pregiati. Alla nascita il radicchio viene protetto dal calore del sole proprio dalle piantine dei cereali che contemporaneamente entrano in competizione con le infestanti limitandone lo sviluppo; il radicchio, invece, a fronte di un minor sviluppo dell’apparato fogliare, sviluppa in profondità il fittone che poi permetterà allo stesso di superare i momenti di eventuale siccità.
DOPO L'ESTATE - A ottobre la Rosa di Gorizia raggiungerà la dimensione ottimale e con le prime brinate invernali il colore delle sue foglie virerà dal verde intenso al rossastro preparandosi ad affrontare l’inverno formando un cuore che viene avvolto dalle foglie esterne più grandi e che vi si afflosciano sopra proteggendolo dal gelo. In questa fase è pronto per la raccolta che inizia verso la fine di novembre. I contadini lo raccolgono in mazzi o dentro a cassette con le radici che vengono mantenute in trincee aperte nel campo od in ambienti riparati per proteggerlo dal gelo, compromettendone la vitalità necessaria per la successiva vegetazione su lettiera calda. Quest’ultimo passaggio dura dai 15 ai 20 giorni, a seconda dell’andamento climatico della stagione, durante il quale il radicchio riprende a vegetare e a sviluppare il cuore che poi sarà il prodotto finale edibile della coltura.