22 marzo 2023
Aggiornato 20:30
DESIGN

Il carattere poliedrico di Moroso al Salone del Mobile 2018

Colore, sperimentazione e arte. Sono solo alcuni dei tratti distintivi della nuova collezione dell'azienda friulana presentata all'evento milanese

MILANO – Un Salone del Mobile davvero positivo quello di Moroso che ha avuto sin dall'inizio un boom di presenze all'interno dello stand in Fiera Milano. Il Salone del Mobile ha dato voce al carattere poliedrico dell'azienda, attraverso una nuova collezione dove forme, texture, materiali, lavorazioni e colori mettono ordine e armonia nell’eterogeneità delle ispirazioni. I nuovi prodotti pongono l’accento ciascuno su una delle anime dell’azienda, racchiudendo al tempo stesso tutti gli elementi che contraddistinguono il marchio, creando un racconto coerente con l’universo di Moroso. I protagonisti della collezione 2018 sottolineano quelli che sono i tratti distintivi dell’azienda come la storica vocazione per gli imbottiti, con il nuovo divano Chamfer e una inedita versione di Gentry, entrambi di Patricia Urquiola, e Casa Modernista di Doshi Levien.

SPERIMENTAZIONE - Attraverso le poltrone, altra tipologia di prodotti molto cara all’azienda, Moroso racconta la sua capacità di trasformare un oggetto in un’icona, presentando quest’anno nuovi prodotti dalle forme emblematiche come Seku di Sebastian Herkner. Il carattere sperimentale, non solo nelle forme e nei colori ma anche nel campo delle innovazioni tecnologiche, si concretizza con progetti come Tape di Benjamin Hubert, che parte dall’idea del no-waste per dare vita ad un sistema componibile di imbottiti. La passione per l’arte, che nel caso di Moroso contamina il mondo del design in maniera molto fluida, prende forma nei prodotti Green light table e Green light libreria dell’artista Olafur Eliasson. L’attitudine a spaziare tra ambienti diversi quest’anno si concentra sulla zona dining, con progetti inediti e ampliamenti di collezioni firmate tra gli altri da Ron Arad, Patricia Urquiola e Sebastian Herkner.

LO STAND - Il 2018 vede ancora una volta Patricia Urquiola come l’interprete dello stand Moroso, che si configura quest’anno come un connubio perfetto tra spazio interdisciplinare, interculturale ed espositivo. Tre distinte sfere che dialogano tra loro e alle quali tutte le idee progettuali possono essere riferite. «Materia ed Arte» è il tema scelto da Patrizia Moroso e Patricia Urquiola e si concretizza nella semplicità della definizione dei materiali e della palette usata: è così che la sfumatura cromatica dei muri, variando da un colore molto naturale ad un viola pervinca, diventa metafora del percorso creativo che si finalizza nell’oggetto. È un graduale passaggio da cielo a terra, da arte a materia, all’infinito. Il perimetro dello stand è chiuso da pareti a tutta altezza, ad eccezione delle due entrate che proiettano l’osservatore in un percorso di aperture e chiusure non solo visive ma anche immaginarie. Questo percorso è definito da quattro muri divisori obliqui che suddividono lo spazio interno in cinque corridoi espositivi che terminano, nell’estremità superiore, in un’unica grande pedana.

ARTE E DESIGN - La prima anima di Moroso e la sua passione per l’arte che sconfina nel design, si esprime non solo nel concept dello stand ma anche nella progettazione dello stesso. A dividere lo spazio espositivo e la zona meeting, infatti, troviamo le librerie dell’artista Olafur Eliasson, originariamente progettate per Green light – An artistic workshop alla 57a Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, e riadattate agli ampi spazi dell’allestimento in una versione custom made. La libreria diventa dunque parte strutturale dello stand, rafforzando ancora una volta l’intangibile confine tra arte e design. I tavoli e la libreria Green light si basano sulla geometria del modulo Green light. La libreria è costruita intorno a uno spazio in negativo a forma di romboide, delineato dai moduli, mentre i tavoli fanno riferimento alla forma dei moduli, incorporando frammenti geometrici delle stesse. Questi ultimi possono essere uniti in una superficie esagonale, allineati a creare una linea a zig-zag o accostati a forma di stella. Moroso ha presentato la libreria ed il tavolo Green Light durante lo scorso Salone del Mobile come prototipi riproponendoli quest’anno come prodotti inseriti a catalogo.

I DIVANI - La seconda anima è forse anche la più storica, si rifà alle origini di Moroso e alla sua predilezione per una particolare tipologia merceologica, quella del divano e dell’imbottito. In occasione del Salone del Mobile 2018, l’azienda presenta il nuovo divano Chamfer disegnato da Patricia Urquiola e amplia le famiglie Gentry, altra famiglia firmata sempre dalla designer spagnola, e Modernista di Doshi Levien. Il nuovo divano Chamfer celebra i vent’anni di collaborazione di Moroso con Patricia Urquiola: «Discutendo con Patrizia di questo anniversario, per i vent’anni di collaborazione, abbiamo deciso di lavorare su una semplificazione di una serie di echi derivanti da progetti fatti in passato, legandoci ad esempio a Redondo e altri divani che per noi rappresentavano una sorta di ‘culla’, di nido. Abbiamo abbassato, abbiamo geometrizzato, abbiamo portato a linee più pure, più pulite ed è venuto fuori questo spigolo, questo broken edge come dicono gli inglesi, questo Chamfer, una parola che ricorre in architettura dove, quando uniamo due linee in curva, le uniamo in chamfer». Gentry Extra Light, invece, è la rivisitazione dello storico divano Gentry – uno tra i best seller dell’azienda - reso più leggero nelle sue forme. Un’operazione di rilancio, ispirata da una tensione verso l’altezza. Una rilettura cortese e attenta, orientata alla leggerezza nel massimo rispetto dell’equilibrio e della proporzione: il nuovo Genty Extra Light rinnova l’idea di un divano elegante e compatto per un uso che si estende dalla casa agli spazi comuni. Anche la coppia Doshi Levien presenta un divano che è la rivisitazione di un precedente progetto: Casa Modernista. I cuscini perdono rigore, la seduta diventa più profonda ed accogliente, le linee rilassate. Pensati per un uso più residenziale, i divani mantengono comunque le qualità distintive del progetto iniziale: il bottone centrale e la base che modera l’estetica della lavorazione industriale, attualizzata nella scelta dei colori e nell’uso dell’acciaio tagliato al laser, piegato e saldato in un’unica struttura. Edward Van Vliet presenta invece Josh, il secondo progetto di imbottiti disegnato dal designer olandese per Moroso. Josh è un divano modulare composto da una struttura pulita e lineare che può essere rivestito con differenti tessuti come una sorta di mannequin di un atelier di haute couture, aggiungendo dettagli particolari come cuciture, pattern che rimandano alle fantasie dei tradizionali futon giapponesi e grafiche in stile ikebana. Josh, infatti, è stato progettato con l’intento di adattarsi all’ambiente circostante, con fare camaleontico, grazie alla struttura minimale e la possibilità di giocare con i rivestimenti. L’attitudine alla ricerca e alla sperimentazione di Moroso, prende forma quest’anno con Tape di Benjamin Hubert. Tape è un prodotto innovativo che mette insieme moda- tecnologia-sostenibilita: è un sistema modulare di sedute e tavolini nei quali viene utilizzato del nastro in poliuretano, usato per l’abbigliamento sportivo, per unire scampoli di tessuto di piccole dimensioni, altrimenti non riutilizzabili. Il nastro è quindi caratteristica estetica del divano oltre ad avere un importante ruolo funzionale. Il divano Tape comprende una serie di blocchi costruttivi differenti – sedute, schienali e braccioli - elementi che possono essere accostati creando combinazioni sempre diverse, in grado di adattare il progetto a grandi spazi pubblici così come a living più contenuti.

POLTRONE ICONA - Un’altra tipologia di prodotti molto cara all’azienda è quella delle poltrone, da sempre oggetti icona di Moroso. Ancora una volta, l’azienda riesce a sorprendere, creando prodotti inediti e inaspettati, sperimentando con forme e materiali sempre nuovi. Sebastian Herkner progetta quest’anno Seku, poltrona lounge che va ad integrare la proposta di prodotti per l’outdoor della collezione M’Afrique di Moroso. Il guscio della seduta sembra fluttuare fino a scivolare nella struttura. Il rivestimento in fili in polietilene intrecciati a mano, con i suoi colori sgargianti, unita alla particolare forma arricciata dell’estremità di schienale e braccioli caratterizzano questo prodotto. Niels Bendtsen, alla prima collaborazione con Moroso, progetta Yumi: una collezione composta da poltrona lounge, disponibile in versione big e small, poltroncina dining e coffee table. Fil rouge della collezione è la struttura in tubolare che disegna il profilo di tutta la famiglia. Nel caso delle sedute, le quattro gambe e la struttura in tubolare sostengono un cuscino di seduta imbottito e uno schienale avvolgente che può essere imbottito come la seduta oppure intrecciato, disegnando un particolare effetto a raggiera. Il tavolino Yumi, invece, è composto da tre gambe, tenute insieme da tre semicerchi, e dal piano in vetro. La possibilità di mixare la struttura con rivestimenti differenti, rendono Yumi una collezione poliedrica, elegante oppure informale. Con la poltrona Mellow, Federica Capitani prosegue il suo interesse per le forme monolite con questa nuova poltroncina interamente imbottita. Lo schienale asimmetrico avvolge delicatamente il sedile arrotondato creando un gesto generoso che accompagna la base della poltrona fino a terra. Patricia Urquiola arricchisce la famiglia Lilo con una chaise longue e due poltrone. Le due nuove poltrone Lilo si distinguono dalla versione precedente nella parte superiore: nella prima il poggiatesta viene ridotto nelle dimensioni; l’altra poltrona, invece, viene arricchita da un poggiatesta più generoso nelle dimensioni. Infine la chaise longue, sorretta da una robusta struttura in legno, è stata progettata con un solo bracciolo.

LA ZONA DINING - Nuovi prodotti per tutte le zone della casa: sulla scia di una ritrovata centralità della zona dining, Moroso amplia le sue proposte di sedute e tavoli da pranzo. Il tavolo da pranzo Il Naturale, di Heinz Glatzl & Joachim Mayr in collaborazione con Schotten & Hansen, riflette il kwon how della vera tradizione artigianale della lavorazione del legno sia nelle forme archetipiche sia per il trattamento del materiale. Il massello utilizzato è stato essiccato naturalmente e in seguito trattato con preziose sostanze e resine naturali, conferendo al legno una colorazione particolarmente autentica. Strap Chair di Scholten&Baijings è una sedia, sia indoor che outdoor, con braccioli leggera ed impilabile. Il modo in cui le cinghie sono avvolte attorno alla struttura tubolare conferiscono al rivestimento il suo tratto distintivo. Accanto alla poltroncina, Strap comprende anche un tavolo da pranzo dalle proporzioni contenute. La Pipe Collection di Sebastian Herkner si amplia con l’introduzione di un tavolo da pranzo e di una sedia: progettati con le stesse caratteristiche della poltrona Pipe, i nuovi prodotti della collezione sono formati da tubi dritti o arrotondati che si intersecano tra loro. Ron Arad rivisita 3 Skin, la scultorea e sinuosa sedia realizzata in legno multistrato. Per questa edizione del Salone del Mobile 3 Skin diventa ancora più confortevole e colorata, grazie alla morbida imbottitura che riveste interamente la seduta. La collezione Mathilda di Patrica Urquiola trova nuove declinazioni proponendo un tavolo da pranzo, una poltrona e due tipologie di sgabelli in diverse altezze. I prodotti sono tutti caratterizzati da una fascia colorata che collega tra loro gli elementi strutturali creando, sovrapponendosi, un gioco cromatico di materiali, texture e colori.