Quella foto gay che minaccia la Russia di Putin
Una foto che è prima di tutto un simbolo: potente, universale, nonostante la sua profonda intimità. Il presidente russo dovrà fare i conti con un'immagine che, col tempo, potrebbe mettere in crisi il suo stesso potere. E che, in parte, lo sta già facendo
MOSCA - La Russia dura e pura, con un presidente affascinato dal machismo ed eternamente sedotto dall'autoritarismo tipico di chi gioca col potere, ora deve fare i conti con uno scatto che, nonostante tutto e tutti, resterà per sempre impresso nelle coscienze della sua gente. Ha ben altri guai da sistemare Mosca in questo momento, ma conosciamo bene la forza dirompente di un'immagine. Lo sfondo è una stanza spoglia, semibuia, con grossi tendoni che ricordano quelli degli hotel. Al centro due ragazzi, Jon, 21 anni, e Alex, 25, nudi, le loro mani che dolcemente si accarezzano appena. Alex qualche ora prima è stato preso a pugni in faccia in strada a San Pietroburgo da un teppista per la sua dichiarata omosessualità. Questa è la foto che si è appena aggiudicata il 58esimo World Press Photo.
LA COMUNITÀ LGBT SOTTO ATTACCO DOPO LA LEGGE DEL 2013 - «Avrei voluto piangere e urlare per la rabbia e invece ho iniziato a scattare delle foto» ha raccontato il 35enne fotografo danese Mads Nissen che ha immortalato questo momento. Dopo l'accaduto Jon gli ha permesso di incontrarli alle due di notte in casa loro. «Mi occupo da anni del tema della violenza collegata all’omofobia, in particolar modo da quando in Russia è entrata in vigore la legge sul divieto di propaganda omosessuale» spiega Nissen. Nel giugno 2013 la Duma ha varato questa legge anti gay che vieta la propaganda dell’omosessualità davanti a minori. Da allora la comunità LGBT russa è oggetto di continue e pesanti discriminazioni e aggressioni, soprattutto da parte di gruppi nazionalistici e religiosi.
UN MESSAGGIO D'AMORE UNIVERSALE - «Questa foto porta con sé un messaggio d'amore che rappresenta una risposta a tutto quello che sta accadendo nel mondo in questo momento – ha commentato Alessia Glaviano di Vogue Italia, tra i giurati del premio –. È un'immagine sull'amore come tema globale, che trascende l'omosessualità, in grado di trasmettere un messaggio di uguaglianza, sul genere, sull'essere bianchi o neri, su tutti i temi legati alle minoranze».
TRA I VINCITORI ANCHE IL «NOSTRO» ANDY ROCCHELLI - Tra i vincitori nelle diverse categorie ci sono ben dieci italiani, tra cui il nostro carissimo Andy Rocchelli, il fotoreporter rimasto ucciso lo scorso maggio in Ucraina assieme all'attivista russo Andrey Mironov: un’improvvisa pioggia di fuoco ha travolto entrambi e un colpo di mortaio non gli ha lasciato scampo. Andy è stato tra i primi a raccontare una guerra che non interessava a nessuno. Si era affidato a una agenzia che aiuta le ragazze russe a trovare marito, per 4 anni le ha fotografate a casa loro, con un tocco delicato, intimo, intelligente, com'era lui. Dopo la sua morte il progetto, «Russian Interiors», ha fatto il giro dell'Italia e del mondo con la sua agenzia fotografica, Cesura. E grazie al crowdfunfing iniziato dopo la sua morte è diventato anche un libro.