«Exodus», il Mosè di Ridley Scott censurato in Marocco e Egitto

RABAT - Continua a far discutere l'ultimo kolossal firmato da Ridley Scott. «Exodus», dedicato all'episodio biblico della fuga di Mosè dall'Egitto, è stato censurato anche al Cairo dopo lo stop imposto in Marocco. Secondo il ministero della Cultura e dal consiglio di censura marocchino, il film presenterebbe numerose «imprecisioni storiche», come il miracolo della divisione delle acque attribuito a un terremoto e la personalizzazione della figura di Dio (inconcepibile nella cultura islamica), e dipingerebbe gli egizi come dei «selvaggi» che uccidevano, impiccavano e perseguitavano gli ebrei.

140 MILIONI DI DOLLARI - Una produzione mastodontica quella voluta dal regista (il film è costato 140 milioni di dollari), che ha già dato però i suoi frutti: nelle prime due settimane di proiezione ha già incassato 38,9 milioni di dollari. A Rabat la pellicola in un primo momento aveva ottenuto il via libera della Commissione cinematografica, ma il giorno prima della sua prevista uscita è stata ritirata dalle sale. Non un vero e proprio divieto, a dire il vero, quanto un «suggerimento riferito ai distributori che ha valore per tutto il Marocco», scrive la stampa estera.

I PRECEDENTI CENSURATI - «Exodus» è solo l'ultimo film boicottato dal regno marocchino. L'anno scorso era toccato a «Noah» di Darren Aronofsky, con Russel Crowe nei panni del protagonista, e prima ancora a «Love Actually», la commedia romantica con Hugh Grant (chissà poi perché...) e a «Brave Heart» con Mel Gibson. Quel che fa strano è che, seppur per motivi diversi, il film è stato contestato anche negli Stati Uniti, perché agli attori di colore sono stati affidati soltanto i ruoli di schiavi e ladri, mentre quelli di Mosè e dei faraoni egiziani ad attori bianchi.