19 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Vino : filosofia di vita

Nel Maçonnais, per conoscere lo chardonnay “milanese”di Chateau de Rontets

“Un vino da uve chardonnay proveniente da fuori la Cote de Beaune sarà marcato dal vitigno e non dal suo terroir”. Firmato Madame Lalou Bize Leroy.

FUISSE’ - Lì, si trova lì; l’avevano capito i monaci, se no perché discriminare ogni singola parcella con dei muretti? Se vuoi bere chardonnay puoi andare dove vuoi al mondo, anche dall’altra parte del mondo, ma anche stavolta, basterebbe fare un paio di centinaia di chilometri per non doversi spingere chissà dove per bere e capire l’essenza dello chardonnay fuori dal suo piccolo regno, la Cote de Beaune.

Ritrovarlo qui, nel Maçonnais, nella pienezza della sua ricchezza, ben maturato ad un clima più caldo rispetto alla Cote de Beaune, ruffiano e goloso come una crema pasticcera.Poi, per carità, mettere dentro il naso in un Meursault o in un Pouilly Fuissé è tutt’altra cosa, ma volendo per una volta privilegiare il varietale sul terroir non serve far molta strada.

CLAIRE E FABIO - Gli ingredienti per uno degli episodi della serie «mollo tutto e vado a vivere in campagna» sono già stati disposti a suo tempo in «mise en place» nella giusta grammatura, pronti per essere assemblati. C’è l’edificio rurale seminascosto tra le colline che occultano anche i deliziosi borghi di Poully, Fuissé e Chaintré; nelle immediate alture che incorniciano la cittadina di Maçon. Ci sono i panoramici vigneti che salgono e scendono con pendenze che lasciano intuire che qui la fatica e il sudore sono l’unica compagnia giornaliera del vigneron, sotto la calura estiva o il gelo invernale.

C’è la figura poetica dell’architetto milanese che molla tutto e per passione e per amore accetta di rimettere la propria vita in gioco. C’è la famiglia stereotipata, quella del celebre spot del Mulino Bianco, con un plus di internazionalità: Claire Gazeau, la moglie di Fabio Montrasi e i bambini che arrivano di corsa nella vasta cucina di casa per addentare una fetta di pane e marmellata prima di tornare a giocare con il cane, tra campi e vigne.

IL POUILLY FUISSE’ - In queste condizioni viene, con il tempo e l’esperienza, quasi naturale cercare di aggiungere naturalezza alla natura, filosofia di grana fine ( Steineriana ) da sovrapporre al lavoro comunque necessario per portare in cantina a fine stagione un frutto degno di diventare un Pouilly Fuissé di classe. Lo sforzo e l’obiettivo sono di riprodurre nel bicchiere, anno dopo anno, il profilo preciso di ogni espressione delle diverse parcelle che compongono il bouquet di terroir ( circa 6 ettari ) interamente vitati a chardonnay, che come ben sappiamo non è cosa semplice, in quanto nel Maçonnais il terroir fatica ad avere la meglio su un varietale così esuberante.

20 ANNI DI ESPERIENZA - Dopo oltre tre lustri i vini di Claire e Fabio Montrasi hanno ottenuto progressivamente una collocazione di mercato e di critica degna dell’impegno e dell’applicazione impiegati senza parsimonia. Nessun dubbio, molto meglio far questo piuttosto che fare l’architetto milanese, meglio far nascere ogni anno un vino puro di frutto e ricco di struttura, a seconda delle diverse esposizioni e delle annate, piuttosto che l'ennesimo grattacielo.

DA MILANO A MILANO ANDATA E RITORNO - Cosa manca? O meglio, cosa mancava? Un importatore italiano che distribuisse in Italia un vino fatto in Borgogna da un milanese. Ma come molti sanno il vino di Chateau de Rontets è distribuito da alcuni anni in Italia proprio da un grande importatore milanese, uno che bada alla qualità, Sarzi Amadè. La storia narra che Fabio Montrasi arrivò la sera prima a Milano in previsione dell’appuntamento risolutivo fissato per il mattino successivo con Nicola Sarzi Amadé. Fabio chiamò Sarzi e gli chiese a che ora si potevano incontrare il giorno dopo. «Non so gli architetti – disse Sarzi - ma i commercianti milanesi usano alzarsi presto la mattina … le va bene alle sette e mezza?» «Non so gli architetti – replicò Fabio - ma i vignerons del Maçonnais usano alzarsi presto la mattina … alle sette e mezza andrà benissimo» .