18 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Mostra

Dalla Tate a Torino, i Preraffaelliti tra gotico e dark

In mostra nelle rinnovate sale di Palazzo Chiablese, fino al 13 luglio, oltre 70 opere del movimento che, pur richiamandosi a una tradizione antica, sovverte i canoni vittoriani per dare spazio a una resa meticolosa dei dettagli e ad un simbolismo estremo, influenzando la cultura occidentale degli anni '80

TORINO - Per la prima volta, e dopo un tour mondiale che ha registrato ovunque numeri da capogiro, sbarcano in Italia alcuni capolavori indiscussi della Confraternita dei Preraffaelliti, summa pittorica dell’età vittoriana. Oltre 70 capolavori presi in prestito dalla Tate Britain di Londra sono ospitati fino al 13 luglio nelle rinnovate sale di Palazzo Chiablese a Torino.

La mostra, curata da Alison Smith, capo curatore della sezione di arte inglese del XIX secolo alla Tate, è una vera chicca: sono esposti dipinti, sculture, fotografie e sofisticati pezzi di artigianato, a dimostrazione della straordinaria ricchezza di materiali e della grande creatività di questi artisti. Ad accompagnare il visitatore, la voce del critico Luca Beatrice, che racconta l’influenza che i Preraffaelliti hanno avuto sulla cultura occidentale, tra gotico e dark, a partire dagli anni ’80.

Sbocciata in Gran Bretagna a partire dal 1848, la Confraternita dei Preraffaelliti realizzò nell'arte una rivoluzione pari a quella che lo sviluppo industriale stava operando nel paesaggio inglese. Pur richiamandosi a una tradizione antica, precedente a quella idealizzata di Raffaello, John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt e i loro seguaci si fanno portavoce di un’estetica radicalmente nuova, in cui la resa meticolosa dei dettagli – intensi drappeggi, bocche sensuali e cascate di piccoli fiori – si scioglie in atmosfere di rarefatto simbolismo.

Motivati da un radicale progetto di rovesciamento dei canoni accademici vittoriani, gli artisti preraffaelliti costituirono un vero e proprio movimento di avanguardia, ispirato da Shakespeare, dalla Bibbia e dalla natura e colorato da un linguaggio poetico, introspettivo e spirituale.

In mostra troviamo vere e proprie icone del periodo come «Ophelia» di John Everett Millais, «L’amata (La sposa)» di Dante Gabriele Rossetti, «Prendi tuo figlio, Signore» di Ford Madox Brown e «Sidonia von Bork 1560» di Edward Coley Burne-Jones.

Sette le sezioni, come i temi cari al movimento: La Storia, La Religione, I Paesaggi, La società contemporanea, Lo stile pittorico, La Bellezza e Il Simbolismo.