24 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Intervista a «La Repubblica»

Jovanotti se ne va in America

Non vado a prendere l'Oscar o le copertine dei giornali. Vado un anno in America per rappare in italiano nella terra dei rapper veri. In Italia non mi sarebbe concesso arrivare come un anonimo in un locale e fare un deejay set. Qui lo posso fare, e devo misurarmi senza rete, senza contare sul successo

MILANO - Jovanotti fa la le valigie e se ne va in America. Per aggiornarsi, rimettersi in gioco e perché no, anche cantare. «Non vado a prendere l'Oscar o le copertine dei giornali - dice l'artista in un'intervista al quotidiano La Repubblica - Vado un anno in America per rappare in italiano nella terra dei rapper veri».

HO VOGLIA DI CRESCERE - Al traguardo dei 46 anni, l'entusiasmo e la voglia di nuovi stimoli, non mancano affatto in uno dei più «energetici» cantanti della scena italiana e internazionale, che ritorna negli States, ma stavolta per un periodo relativamente lungo. «A me questo mestiere piace da pazzi. E io ho voglia di crescere, di imparare cose nuove, questa volta mi sono detto, proviamo a passarci un intero inverno. La mia famiglia rimarrà a New York e io andrò in giro a suonare dovunque posso».

DEVO MISURARMI SENZA RETE - Lorenzo Cherubini è pronto a sperimentare o ritrovare sensazioni nel suo Paese adesso non più possibili: «In Italia non mi sarebbe concesso arrivare come un anonimo in un locale e fare un deejay set. Qui lo posso fare, e devo misurarmi senza rete, senza contare sul successo. Anche cantare un pezzo che magari in Italia è un successo pazzesco e in America non lo conosce nessuno, è strano, ma elettrizzante, significa rimettere in gioco tutto». Lontano, ma non del tutto: due «incursioni» previste per il 6 settembre a Modena nel concerto tributo a Luciano Pavarotti a cinque anni dalla scomparsa e poi il 22 settembre a Campovolo per il concerto per l'Emilia colpita dal sisma. In più i fan potranno godere a novembre dell'uscita di un album raccolta dei suoi successi, con alcuni inediti.