Antonacci presenta l'album «Sapessi dire no»
Un «esperimento» dedicato ai fan: così Biagio Antonacci definisce la presentazione-showcase del suo nuovo album di inediti "Sapessi dire no", che si tiene al cinema Odeon di Milano e in diretta in altre 35 sale del circuito The Space Cinema
MILANO - Un «esperimento» dedicato ai fan: così Biagio Antonacci definisce la presentazione-showcase del suo nuovo album di inediti Sapessi dire no, che si tiene al cinema Odeon di Milano e in diretta in altre 35 sale del circuito The Space Cinema. Un'esibizione nata perché, spiega il cantante prima dell'inizio dello show, «mi piaceva l'idea di far muovere i fan, anziché per vedere un film, per le canzoni, mi piaceva che in tutta Italia avessero questa possibilità». Il cantautore presenta così in anteprima alcuni brani del nuovo album, in uscita il 17 aprile, e il videoclip di Ti dedico tutto, in attesa del tour che partirà il 5 maggio. È il primo protagonista di The Space Extra, palinsesto di contenuti speciali di musica, sport, arte, cultura e scienza del circuito The Space Cinema.
IL MIO ALBUM MIGLIORE - L'intervista prima dello spettacolo è l'occasione per parlare dell'ultimo lavoro, che Biagio Antonacci definisce scherzando «il mio album migliore»: 14 brani inediti con l'etichetta Iris-Sony Music, che parlano di cantautore più sicuro, con una maturità maggiore, a due anni dall'ultimo disco «Inaspettata». Antonacci spiega il titolo «Se sapessi dire no»: «L'uomo che sa dire no è concreto - dice - dimostra una maturità, il sì appartiene ai deboli, a chi non vuole prendersi le responsabilità». Si può dire no a un guadagno concreto, spiega, come ha fatto lui nel suo lavoro «perché volevo scrivere canzoni e non uscire da questo ambito». Il titolo nasce da una canzone, «L'evento»: perché saper dire di no, dice, rappresenta proprio questo, un evento, nel caso specifico della canzone è un no alla tentazione, alla possibilità di un tradimento.
LA DEDICA A DALLA - Il disco è dedicato a Lucio Dalla, ed è una dedica che Antonacci definisce «un dovere», dato che si tratta di uno dei primi lavori pubblicati dopo la morte del cantante: «Io sono cresciuto con le canzoni di Lucio, facevo il chitarra bar a Milano sui Navigli e a Brera all'inizio degli anni Ottanta - ricorda - e suonavo solo sui tasti bianchi del pianoforte, riuscivo così a suonare i suoi accordi. E' stato un grande maestro, lo paragono a uno Chagall nella pittura, è uno che faceva volare le cose».
COPERTINA DI MILO MANARA - La copertina dell'album è d'autore: l'ha disegnata il fumettista Milo Manara. «La copertina è il vero capolavoro, batte la musica» commenta Antonacci, ritratto nelle sembianze di un angelo che ammira una donna mentre sfiora i tasti del pianoforte. «Un angelo-Diabolik», come si definisce lui stesso, un'immagine di cui si è innamorato tanto da sceglierla come emblema del nuovo lavoro.