Da «Traviata» a «Macbeth», sei nuovi Verdi per il 2013
Lissner: Prende forma la linea italiana con respiro internazionale, che aveva bisogno di alcuni anni per prendere forma
MILANO - Traviata, Falstaff, Nabucco, Oberto conte di San Bonifacio, Macbeth, Un ballo in maschera. Nel 2013, per i duecento anni dalla nascita, la Scala torna ad affrontare Giuseppe Verdi di petto, con sei nuove produzioni e due riprese: Don Carlos diretto da Fabio Luisi, direttore principale del Metropolitan di New York e Aida, sul podio Gianandrea Noseda.
«Si sta concretizzando - ha detto il sovrintendente Stéphane Lissner durante un incontro con la stampa in cui ha anticipato le linee guida dei prossimi anni - la linea italiana con respiro internazionale, che aveva bisogno di alcuni anni per prendere forma».
Una nuova Traviata diretta da Daniele Gatti (regia di Dimitri Tcherniakov) inaugurerà la stagione il 7 dicembre 2013 a chiusura dell'anno verdian-wagneriano che verrà aperto il prossimo Sant'Ambrogio dal Lohengrin (dirige Daniel Barenboim, regia Claus Guth, nel cast Jonas Kaufmann e René Pape). Sempre Gatti dirigerà a Londra il 'Falstaff' con la regia di Robert Carsen prodotto in tandem con il Covent Garden: a Milano passerà poi il testimone a Daniel Harding. Viaggio inverso per Nabucco diretto da Nicola Luisotti: lo spettacolo firmato da Daniele Abbado debutterà alla Scala e continuerà la sua strada a Londra.
Al regista Mario Martone, che in Teatro ha già realizzato (benissimo) Cavalleria rusticana e Pagliacci vengono affidati Oberto conte di San Bonifacio (nell'anno verdiano, dirige Battistoni) e negli anni successivi Trovatore (2014) e Traviata (2015, pronta per l'Expo). A Giorgio Barberio Corsetti sarà invece affidata la regia di Macbeth (dirige Valerij Gergiev) mentre a Damiano Micheletto, tra i giovani registi italiani più interessanti, allestirà un nuovo Ballo in maschera (dirigerà Daniele Rustioni).
Tra l'anno verdian-wagneriano e l'Expo 2015, il sette dicembre 2014 ad aprire la stagione sarà il Fidelio di Beethoven diretto da Daniel Barenboim.