28 aprile 2024
Aggiornato 22:00
La storia di Filippo Lacetera

La passione infinita di Filippo per la fotografia e il suo sogno: «Vorrei fare questo nella vita...»

Filippo Lacetera ha preso la passione di suo padre e l'ha coltivata, studiata e vorrebbe trasformarla in lavoro. E' già un eccellente fotografo "ma ho ancora tanto da imparare". Intanto gli scatti che fa piacciono e i suoi primi fans sono amici e parenti. Un ottimo inizio!

TORINO - Passiamo anni a studiare per poi trovare un lavoro e realizzarci. Tante, troppe volte, soprattutto al giorno d'oggi, lo stress e la vita frenetica si "mangiano" il nostro tempo. Quante volte inoltre ci siamo sentiti dire "prima il dovere e poi il piacere": e come dar torto. Però a tutto questo si può aggiungere anche la nostra parte più intima, quella fanciullezza mai persa e quella voglia di imparare che vanno oltre la scuola. Si chiama passione. Ed è da qui che parte il nostro racconto di Filippo Lacetera, un ragazzo di quasi 32 anni che dopo essersi diplomato all'istituto tecnico Majorana di Torino ha continuato a coltivare la sua passione più grande, quella che gli ha trasmesso suo papà: la fotografia.

IL SOGNO: VIVERE FOTOGRAFANDO - «Fotografia, foto-grafia, significa scrivere con la luce. La fotografia, il cinema, conferiscono una specie di immortalità, una preminenza alle immagini e non alla vita reale». Così diceva Herbert Marshall McLuhan, sociologo, filosofo, critico letterario e professore canadese, e così la pensa Filippo Lacetera. Oggi è facile vedere persone che quotidianamente scattano decine di fotografie grazie agli smartphone. Ma i veri fotografi continuano ad avere la macchina fotografica sempre a portata di mano. E Filippo è così, con la sua fidata Fujifilm sempre appresso, d'altronde a lui piace la street photography in primis, quella vera, quella contraria al "sorridete che poi venite male in foto", quella che probabilmente gli ha trasmesso suo papà Francesco che prima ha amato la fotografia (si usava solo il rullino quindi serviva precisione per non sprecare scatti) e poi i video con le prime videocamere commercializzate dalla grande distribuzione.

LO SCATTO PERFETTO - Filippo sta coltivando la sua passione fotografando ogni giorno. «Il mio cellulare è in primis una macchina fotografica, guarda quante foto ho», ci dice mostrandoci il rullino virtuale, «dietro la mia passione c’è anche tanto studio: velocità otturatore, luce e tempo di scatto ho cercato di impararli bene come se fossi a scuola e quando ho comprato la mia prima (e seconda) macchina fotografica l’ho presa in base alle mie esigenze e alle foto che avrei voluto scattare». Lui ama scattare al «naturale» facendo poca post produzione («amo la spontaneità, anche se è capitato che quale soggetto da me immortalato mi riprendesse, ma dopo hanno sempre voluto che gli inviassi le foto) e quando scatta è ordinato («nella vita sono il contrario»), creativo e paziente, come quando fotografa all’alba o al tramonto: «Ogni foto ha un’anima», aggiunge, «certe luci creano atmosfere uniche, con colori caldi o freddi a seconda di cosa si vuole trasmettere. Il tramonto e l’alba creano ombre incredibili, così come si può giocare tanto con la pioggia o con la neve. Per lo scatto perfetto si deve tenere conto di tutto. Questo è il bello».

«SEI BRAVO, NON SMETTERE E CREDICI» - Di foto ce ne fa vedere davvero tante, a centinaia. Di ogni foto potrebbe raccontarci come è nata e quello che gli altri gli hanno detto o appuntato. «Sia i miei genitori che i miei amici apprezzano i miei scatti. E’ anche per questo che ho creato una pagina Facebook e una pagina Instagram e devo dire che anche in questi social network gli apprezzamenti non mancano. Credo che non si debba mai smettere di credere in un sogno e il mio è quello di poter lavorare facendo ciò che di più amo, fotografare. E i sogni per essere realizzati ci va dedizione, ma anche i risultati non devono mancare, se no non vale. Ho tanto da migliorare e lo so, ma se guardo le mie prime fotografie noto già molta differenza e questo è importante. Chissà tra qualche tempo».

I LUOGHI IMMORTALATI - Non c’è posto in cui vada in cui non scatti almeno una foto. Anche se il viaggio fuori porta coincide con l’andare a trovare i nonni paterni. Ma quando un ragazzo determinato non c’è nulla che possa fermarlo. «Io sono così, si può fare una foto in ogni dove e in ogni momento. Ultimamente sto anche facendo scatti al cibo per ampliare la mia conoscenza fotografica, e mi è capitato di trovarmi in un servizio fotografico matrimoniale e di chiedere se potessi fare qualche foto. Non mi sono fatto scappare l’occasione di fare una nuova esperienza e mi è piaciuto. Un domani inizierei proprio dai matrimoni perché mi è piaciuta l'esperienza che ho vissuto e mi ha suscitato belle emozioni». Nonostante gli anni passino, Filippo ricorda ancora i luoghi significativi: «La prima foto l’ho fatta da casa mia, si vede la montagna e l’ho immortalata. Le più belle sicuramente sono quelle fatte all’alba e al tramonto, ma le più emozionanti invece le ho scattate di notte perché scatto senza il treppiedi e quindi sono più difficili ma l’effetto è sempre molto apprezzato. La migliore di questo tipo l’ho fatta al parco del Valentino durante una serata di neve».

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LA MAGIA DELLE FOTO STAMPATE - «Se c’è una cosa che stupisce al giorno d’oggi», ci dice Filippo, «è ricevere una fotografia come regalo. La gente non è più abituata a toccare un’immagine con mano, siamo troppo abituati ai cellulari e al computer. Invece a me piace ancora stampare e per farlo vado dal fotografo direttamente perché, anche se pago un po’ di più rispetto farlo con internet, so che la qualità è decisamente migliore. E di foto ne stampo davvero tante. Anzi, ho anche acquistato una macchina fotografica che stampa le foto direttamente e a grandezza normale. La uso spessissimo». Effettivamente quel che ci dice Filippo è vero, siamo troppo abituati a vedere le fotografie su computer o smartphone. E quando ci capita una vecchia foto tra le mani siamo capaci di stare a fissarla per diversi minuti. Questa è la magia delle fotografie stampate. «Vi aggiungo ancora una cosa. Io sogno di vivere facendo fotografie e vorrei farlo senza aprire per forza uno studio fotografico, quello verrebbe dopo. Invece non escludo che l’attività di fotografo vada di pari passo con un negozio che stampi fotografie». La strada è ancora lunga, ma con la determinazione e la voglia di arrivare al risultato che ha Filippo la direzione pare essere quella giusta. Intanto scattiamo un’istantanea per rivederci tra qualche anno.