26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Storie di Torino

Perché in Italia si dice «non fatevi infinocchiare»? La spiegazione arriva da piazza Carlina

Un'espressione ormai sdoganata, comune. Un avviso rivolto a chi non vuole farsi imbrogliare: ma come mai si dice così? La spiegazione arriva da Torino, da piazza Carlina

TORINO - Quante volte vi sarà capitato di sentire l’espressione «Non fatevi infinocchiare»? Sicuramente tantissime, perché il modo di dire è in voga praticamente in tutta Italia ed è comunemente usato per per definire un tentativo di raggiro. Quello che in pochi sanno è che questa curiosa e singolare espressione ha origine a Torino, precisamente in piazza Carlina.

«NON FATEVI INFINOCCHIARE» - Il modo di dire nasce proprio qui, nella piazza che una volta ospitava il mercato. Secoli fa, i commercianti di vino del posto, erano soliti offrire un pezzo di finocchio crudo al proprio cliente, prima che questi assaggiasse il vino. Il motivo? Il finocchio è una verdura molto aromatica, capace di alterare i sapori degli altri ingredienti. Un morso a un finocchio crudo basta e avanza per «mascherare» un vino non di qualità, rancido, dal gusto di aceto. Ecco perché si dice quindi «infinocchiare». Tanti anni fa, gli osti della zona di piazza Carlina utilizzavano il trucco del finocchio per coprire le lacune del prodotto servito, di certo non di altissima qualità. Da qui la nascita dell’espressione «non fatevi infinocchiare», avvisaglia ancora attuale e capace di resistere nel tempo.