29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Museo Egizio

Salvini attacca il Museo Egizio di Torino: «Biglietti solo per gli arabi. Ma siamo matti?»

La pubblicità in lingua araba dell'Egizio non è piaciuta a diversi esponenti della politica cittadina. Alla polemica si aggiungono le voci di Meloni e Salvini

TORINOIl Museo Egizio di Torino è finito all'onore delle cronache in queste ultime ore a causa di una campagna pubblicitaria (in atto da circa un anno e mezzo) che sponsorizza l'ingresso «due per uno» per i visitatori arabi del museo. L'iniziativa, pubblicizzata in lingua araba su tram e autobus Gtt, non è piaciuta a diversi esponenti della politica cittadina che l'hanno trovata ingiusta e discriminatoria nei confronti dei visitatori italiani e ne hanno chiesto il ritiro immediato. Ma la polemica è ben lontana dal chiudersi qui, alle voci di protesta che si sono alzate contro l'Egizio infatti si sono aggiunte quelle di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

SALVINI - «Razzismo contro gli italiani, pazzesco!» tuona l'esponente della Lega Nord italiana, «Al Museo Egizio di Torino (finanziato dai cittadini italiani) biglietti sconto solo per i visitatori arabi. Ma siamo matti? Qualcuno deve chiedere scusa e dimettersi. Ovviamente giornali e telegiornali nasconderanno la cosa». Gli fa eco la Meloni che, dalla sua pagina Facebook ufficiale, commenta così: «Ricordiamo che il museo Egizio di Torino prende sovvenzioni pubbliche, è finanziato coi soldi degli italiani e che tra i cinque membri del CdA ci sono un esponente designato dal Comune di Torino, uno dalla Regione Piemonte e il presidente nominato direttamente dal ministero dei beni culturali» prosegue la rappresentata di Fratelli d'Italia: «Chiediamo che questa aberrazione sparisca immediatamente».

EGIZIO -  L'ufficio stampa del Museo Egizio, dal canto suo, spiega che la campagna pubblicitaria non ha alcun intento discriminatorio. Si precisa inoltre che vengono fatte campagna anche in altre lingue oltre che in italiano, come in inglese ad esempio, rivolte alla comunità anglosassone. Per quanto riguarda poi la scelta di esporre una donna velata, aspramente contestata da Augusta Montaruli, esponente torinese dell'Esecutivo Nazionale di Fratelli d'Italia, dall'Egizio spiegano che si è trattato di una questione di riconoscibilità e di simbolismo.  «Quando la toppa è peggiore del buco» scrive la Meloni.