28 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Una vera rivoluzione

Torino dice sì all'amministrazione condivisa. E Fassino porta a casa un grande risultato

Cosa significa amministrazione condivisa? Che i cittadini finalmente possono collaborare attivamente con l'amministrazione comunale per la cura, la gestione e la rigenerazione dei beni comuni urbani

TORINO - Torino apre le porte all’amministrazione condivisa. E, se mai ce ne fosse bisogno, Fassino incassa un altro determinante risultato in vista della probabile rielezione. Una grandissima novità. Anzi, una vera e propria rivoluzione, senza dubbio assai strategica per la campagna elettorale perché di grande impatto mediatico, ma anche concreta, tangibile. La nostra città si fa così esempio virtuoso di una gestione della cosa pubblica dal basso. In Italia c'è già qualche altro esempio virtuoso, ma il cammino è ancora lunghissimo. Cosa significa amministrazione condivisa? Che i cittadini finalmente possono collaborare attivamente con l'amministrazione comunale per la cura, la gestione e la rigenerazione dei beni comuni urbani.

Come funziona l'amministrazione condivisa
L’idea è che gruppi di torinesi, singoli, associati o comunque riuniti in formazioni sociali anche informali, possano attivarsi per prendersi cura, gestire o rigenerare un’area o struttura pubblica, contraendo un patto di collaborazione con Palazzo Civico. In particolare, saranno immobili o spazi pubblici inutilizzati o degradati ad essere oggetto di una consultazione pubblica per raccogliere proposte di collaborazione da parte dei cittadini. Il punto chiarissimo è che è esplicitamente esclusa ogni forma di privatizzazione. Massimo nove anni la durata dei patti di collaborazione, che regoleranno modalità di gestione, lavori e materiali, con anche la possibilità di prendersi cura diimmobili inutilizzati di proprietà di terzi, con il consenso di questi ultimi.

Livelli diversi di cura o gestione condivisa
La collaborazione tra Amministrazione comunale e cittadini attivi può prevedere livelli diversi di cura o gestione condivisa («occasionale» oppure «costante e continuativa») e rigenerazione («temporanea» oppure «permanente») e può riguardare un sistema di beni e attività articolato, ad esempio: progettazione, animazione, produzione culturale, realizzazione di eventi, realizzazione o restauro di immobili, che non trasformino comunque questi ultimi in modo irreversibile escludendoli da usi diversi futuri).

La gioia di Ilda Curti
«Espugnato il Consiglio comunale!», scherza l'assessore alla Rigenerazione Urbana a Palazzo Civico Ilda Curti che ha fortemente voluto questo cambiamento. Merito anche di Labsus, il laboratorio per l’attuazione del principio di sussidiarietà che elabora idee e raccoglie esperienze con l'intento di avvicinare la gente alla politica dal basso per una gestione realmente condivisa delle nostre città.

Street basket in piazza Arbarello e scambio di libri in piazza Cavour
Ma cosa cambia di fatto? «Ci sono molte esperienze pronte a scattare» spiega Curti. «Ad esempio nelle centralissime piazze Arbarello e Cavour si giocherà a street basket e i bambini potranno scambiare libri. Sono moltissime le proposte di cura degli spazi verdi sparse in città, le Circoscrizioni sono tutte molto proattive. Mi aspetto più mobilitazioni, più risposte di cittadini che ancora non conosciamo, in risposta alla complessità delle sfide urbane».

Il "modello Torino"
Il «modello Torino», come viene definito, rappresenta davvero una continuità amministrativa più unica che rara, a volte «incapace di rotture salutari e che spesso ha mostrato i suoi limiti, ma che con ogni probabilità è l’ingrediente che ha permesso di arrivare oggi ad aprire le porte, con piglio maturo, all’amministrazione condivisa». Case del quartiere, esempi di micro-empowerment, bagni municipali... Torino è sempre stata all'avanguardia in campo sociale, fucina di esperimenti socio-culturali che funzionano, e piacciono anche fuori.