19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Doping

Russia esclusa dai giochi olimpici invernali di PyeongChang per doping di Stato

Russia sospesa con effetto immediato dalla partecipazione ai giochi olimpici invernali di PyeongChang, in Corea del Sud

LOSANNA - Russia sospesa con effetto immediato dalla partecipazione ai giochi olimpici invernali di PyeongChang, in Corea del Sud, in programma dal 9 al 25 febbraio 2018. È la dura decisione presa dal Cio, il Comitato olimpico internazionale in risposta al cosiddetto "doping di Stato" della Federazione russa. Ai giochi potranno partecipare solo i singoli atleti puliti "al di sopra di ogni ragionevole sospetto", senza bandiera, senza colori ufficiali e con la sigla Oar (Olympic athlete from Russia) sul petto, come ha confermato lo stesso presidente del Cio, l'ex schermidore Thomas Bach che ha parlato di "attacco senza precedenti all'integrità dei giochi olimpici e dello sport». "La nostra speranza - ha sottolineato Bach - è che questa brutta decisione ci aiuti a guardare a un futuro più pulito nello sport e che possa servire da catalizzatore per un sistema anti-doping ancora più efficace, sotto la guida della Wada, l'agenzia mondiale dell'antidoping".

Complotto?
Dura la reazione da parte dei tifosi russi che addirittura urlano al complotto. E mentre il governo annuncia ricorsi, la Tv di Stato russa ha fatto sapere che non trasmetterà i giochi. "Penso che saranno pochissimi gli atleti che accetteranno di partecipare a queste condizioni - dice quest'uomo - se qualcuno decidesse di farlo io gli direi: vai pure ma trovati da solo gli sponsor, noi non ti supporteremo». "Ogni atleta deciderà da solo se vale la pena partecipare, allenarsi duramente e impiegare tutti gli sforzi necessari senza rappresentare il proprio Paese - aggiunge questa ragazza - personalmente ci andrei, anche con una bandiera neutrale.

Manipolati i test?
La decisione del Cio è maturata sulla scorta dei risultati dell'indagine della Commissione investigativa russa la quale avrebbe accertato che nel laboratorio antidoping di Mosca guidato fino a novembre 2015 da Grigori Rodchenkov, poi divenuto un informatore, sarebbero stati manipolati in maniera sistematica tutti i test antidoping degli atleti.