19 aprile 2024
Aggiornato 14:00
MotoGP

Beltramo intervista Lavado: «Com'erano belle le corse ai miei tempi»

L'amarcord del due volte campione della 250: «Adesso ci sono più soldi, gli sponsor, le televisioni, una volta eravamo tutti amici. Ma Marquez, Lorenzo e Valentino sono fuoriclasse»

VALENCIA – Il nostro Paolo Beltramo si concede un amarcord con il campione venezuelano Carlos Lavado: «Ho avuto la fortuna di vincere due titoli, nel 1983 e nel 1986 – racconta l'iridato di classe 250 a Paolone – All'epoca erano altri tempi, non si possono confrontarli con quelli di oggi: si rompevano le moto, di protezioni ne avevamo poche... Ma penso che fossero migliori: adesso ci sono i soldi, più pubblicità, ma una volta eravamo tutti amici».

L'arrivo del business
Le corse moderne hanno modificato profondamente il loro volto: «Il paddock è cambiato molto – spiega Lavado – Quando correvo, di hospitality ce n'erano una o due, ma erano tende attaccate al camion. Oggi sono entrate in pieno le televisioni, ti guardano anche se hai il naso sporco... Quindi si fa di tutto per accontentare gli sponsor. Un tempo i miei adesivi e i miei poster li regalavo, oggi si vendono». E anche per chi corre la situazione si è fatta più complicata: «Un tempo, se eri un bravo pilota, potevi avere la soddisfazione di trovare uno sponsor che ti aiutava. Oggi, se non hai i soldi, non vai da nessuna parte».

Generazioni di campioni
Di fenomeni, comunque, Carlos ne ha incontrati tanti nel corso della sua carriera: «Chi mi attirava l'attenzione per il modo in cui guidava era Kenny Roberts, un marziano. Innovativo, bellissimo. Dopo ci sono stati Barry Sheene, il mio amico Marcellino Lucchi. Oggi non so scegliere uno piuttosto che gli altri: Marquez, Lorenzo, Valentino sono tutti fuoriclasse, e si meritano di vincere il Mondiale. Ma vorrei che la Moto2 e la MotoGP fossero come la Moto3: all'ultimo giro si arriva in otto e non sai chi vincerà. A me piace quello: godermi le gare, muovendomi sul divano, e quando finiscono sono stanco come se avessi corso io».