Milan: ambizioni inversamente proporzionali ai fatti
La nuova proprietà rossonera ha in mente un progetto difficilmente realizzabile con quanto sta mettendo in atto
MILANO - Partiamo da un inciso: il fondo Elliott ha certamente le idee più chiare rispetto a Yonghong Li e alla misteriosa proprietà cinese che ha gestito ed amministrato il Milan dall’aprile del 2017 al giugno dell’anno successivo. E fin qui, francamente, ci voleva poco. Il fondo americano sa come portare avanti una società, ha risorse economiche rilevanti e notevoli capacità di gestione, ha fatto piazza pulita dei vecchi dirigenti ed impostato un lavoro a medio lungo termine che dovrebbe riportare i rossoneri in zone più consone della classifica di serie A e a ben figurare in coppa, anche perché Elliott non ha intenzione di tenersi il club a vita, ma vorrà rivenderlo al miglior offerente fra 1-2 anni e farlo con un Milan rifiorito sarà certamente più semplice che con una squadra che naviga a vista e che arranca a metà classifica come accade ormai da circa 5 anni.
Controversie
Tanto Paul Singer (a capo di Elliott), quanto il neo presidente Paolo Scaroni ed il neo direttore tecnico Leonardo sembrano avere chiara la situazione e gli obiettivi del Milan: riportarlo ad essere grande con un programma che porti ai risultati sperati nel minor tempo possibile. E qui iniziano le incongruenze: tanto per cominciare, la nuova proprietà ha operato un repulisti totale con gli esoneri di tutti i dirigenti (Fassone, Mirabelli, Romeo), ma conferma in panchina Gennaro Gattuso per dare continuità al lavoro del tecnico calabrese, nonostante la prima volontà del fondo americano era quella di affidare la squadra ad Antonio Conte, probabilmente l’unico allenatore libero in grado di cambiare volto all’organico milanista. Gattuso ha dimostrato capacità, ma non è ancora allo stesso livello del tecnico pugliese. Il rischio è che si vada avanti con l’attuale allenatore senza particolare convinzione e che al primo errore, Gattuso faccia la fine di Montella con l’ulteriore incognita di non sapere, a quel punto, cosa stia facendo Conte, magari ormai d’accordo con un’altra società. Se Elliott vuole l’ex commissario tecnico della Nazionale deve prenderlo subito, senza tanti riguardi nei confronti del bravo ma ancora inesperto Gattuso.
Incongruenze tecniche
Anche nella campagna acquisti non mancano le controversie: al Milan serve un centravanti di livello internazionale, in grado di garantire 25-30 reti a stagione fra campionato e coppe. Leonardo imbastisce una trattativa con la Juventus per portare a Milanello Gonzalo Higuain, ovvero gol, carisma ed esperienza, tutto ciò che manca ai rossoneri, ma dalla proprietà l’input sembra quello di preferire Alvaro Morata, solo perché più giovane dell’argentino, ma al momento tutt’altro che un bomber di razza. Per non parlare della scelta di restituire Bonucci alla Juventus per prendere Caldara, finora bravissimo all’Atalanta ma tutto da scoprire in un contesto più pressante. Ricapitolando: al Milan occorre una guida tecnica di esperienza e mentalità vincente, ma si tende a voler confermare Gattuso, al Milan occorre un centravanti scafato, un goleador pronto a cambiare faccia al reparto offensivo rossonero, ma la proprietà preferisce Morata che ha ancora tanto da dimostrare. Se il progetto di Elliott prevede una rinascita immediata, questi nomi non collimano coi traguardi da inseguire, o sono comunque a forte rischio; se l’obiettivo è insomma quello di tornare fra le prime 4 della serie A immediatamente e ritrovare la vittoria al più presto, Conte ed Higuain (oltre a Bonucci) sono i profili ideali per riuscirci, anche se le direttive che provengono dall’altro sembrano condurre verso altre direzioni.