Cancellata la patente a punti, il sistema che decise il Mondiale del biscotto
La commissione Gran Premi, riunitasi a margine della gara in Qatar, ha deciso di eliminare il meccanismo di penalità che fece partire a fondo griglia Valentino Rossi nel discusso finale iridato di due stagioni fa, perché «non più necessario»
ROMA – Addio alla patente a punti. Non stiamo parlando del codice della strada, ma del sistema di penalità introdotto quattro anni fa in MotoGP, famoso soprattutto per aver deciso il discusso finale mondiale del 2015. Quando Valentino Rossi fu punito per il presunto calcetto sferrato a Marc Marquez a Sepang, infatti, furono proprio i quattro punti di penalizzazione accumulati a farlo retrocedere all'ultima posizione in griglia nell'ultimo e decisivo Gran Premio di Valencia. E, come andò a finire, lo ricordiamo tutti: con il biscotto tra Marquez e Jorge Lorenzo, che grazie a questo stratagemma riuscì ad aggiudicarsi il titolo, vanificando la rimonta del Dottore. Evidentemente, ad essersi accorti dell'inefficacia di questo sistema (che, ironia della sorte, era stato concepito proprio per migliorare la coerenza tra le sentenze dei commissari nelle varie gare) è stata la stessa Federazione, che lo aveva già modificato diverse volte nelle ultime stagioni. Dodici mesi fa, ad esempio, venne cancellata proprio la regola che consentiva di punire un pilota facendolo partire dalla corsia dei box o a fondo griglia (come accaduto al fenomeno di Tavullia, appunto), mantenendo solo la squalifica per una gara in caso di accumulo di ben 10 punti di penalità nel corso di un anno.
Ormai superflui
Questo weekend, in occasione della riunione della commissione Gran Premi avvenuta a margine dell'esordio iridato in Qatar (che ha deciso tra l'altro anche di aumentare a sei i meccanici ammessi in corsia box per il cambio moto durante le qualifiche, tutti muniti di casco), il sistema della patente a punti nel Motomondiale è stato cancellato del tutto, poiché è stato ritenuto «non più necessario, tenuto in considerazione che la direzione gara ha molte altre opzioni di penalizzazione». Anche nel corso di questi anni, infatti, i commissari hanno continuato ad esercitare la libertà di sanzionare i piloti a loro discrezione, a prescindere cioè dai punti che avevano perso: l'ultimo caso è avvenuto proprio nel 2016, quando Andrea Iannone fu costretto ad arretrare in fondo alla griglia di partenza ad Assen dopo essere stato ritenuto colpevole di due diversi incidenti nelle prime sei gare dell'anno. Insomma, addio ai punti di penalizzazione, perché non servono più. Purtroppo per noi italiani, nel frattempo, l'esito di un Mondiale lo hanno ormai già deciso.
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