Milan senza centravanti, un esperimento da accantonare?
Il 4-3-3 privo di punte centrali scelto da Montella a Roma non ha reso come sperato dal tecnico. Questione di tempo o caratteristiche non idonee dei calciatori?
MILANO - Se n'è tanto parlato che alla fine Montella ci ha provato: il Milan sceso in campo a Roma contro la Lazio non prevedeva centravanti, solito 4-3-3 con Suso e Deulofeu attaccanti esterni, ma Ocampos a fare l'attaccante centrale, alternandosi con lo spagnolo ex Everton. Pochi punti di riferimento, diceva qualcuno, spettacolo come il Napoli di Mertens, Insigne e Callejon, sosteneva qualcun altro, il centravanti è lo spazio, affermava infine qualche nostalgico del Barcellona di Guardiola e delle massime del tecnico catalano. Invece il Milan senza punte ha dato fin troppi punti di riferimento alla Lazio: Suso faceva il regista avanzato, Deulofeu ed Ocampos zampettavano lungo l'intero fronte d'attacco senza riuscire a fare neanche il solletico a Hoedt e compagni e, oltretutto, senza nè cercarsi e nè aiutarsi. Deulofeu non ha saltato mai l'uomo come invece gli era riuscito a Bologna, Ocampos si è limitato a svolgere il compitino datogli da Montella e non brillando neanche particolarmente.
Centravanti sì
Molto meglio dopo l'ingresso di Gianluca Lapadula che al tiro non è andato mai, ma che ha creato scompiglio nella retroguardia laziale grazie alla sua corsa, al suo dinamismo e ad una posizione ben definita in mezzo all'area di rigore. Intendiamoci, il Milan non è stato orribile senza centravanti e sontuoso con Lapadula, ma è sembrato evidente come questa squadra non possa permettersi il lusso di rinunciare anche ad una prima punta, ad un peso in attacco, ad un riferimento per il centrocampo, quella stessa mediana che non assicura compattezza e riparo agli avanti rossoneri e che, soprattutto in caso di uno schieramento senza centravanti, dovrebbe essere allo stesso tempo diga e fonte per la prima linea. Il Napoli, forse, può permettersi di lasciar fuori Milik e Pavoletti, giocando con tre attaccanti rapidi e molto tecnici, fra cui uno come Mertens che in carriera di gol ne ha sempre fatti; i partenopei possono contare su una diga di centrocampo ben delineata ed un fuoriclasse come Hamsik che ribalta l'azione in meno di un secondo, si propone in zona gol ed è pronto a ripiegare anche all'indietro. Il Milan non ha nulla di tutto ciò e non può, al momento, tener lontano dal campo insieme sia Bacca che Lapadula, troppo per una squadra risicata a centrocampo e spuntata in attacco. La corsa all'Europa continua, ma il tempo degli azzardi e degli esperimenti è forse finito.