19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Calcio

Abate, De Sciglio, Vangioni: il binario morto del Milan

Le carenze e le lacune della squadra di Montella sono accentuate tanto a centrocampo quanto fra i terzini dove il solo Antonelli è in grado di offrire prestazioni decorose

MILANO - Che la stagione 2016-2017 sarebbe stata l’ennesima di sofferenza era chiaro a tutti i tifosi del Milan (illusi a parte, ma lì peggio per loro). La qualificazione alla Coppa Uefa resta una chimera per i rossoneri, imbrigliati da un organico modesto e da un gioco lento, prevedibile e soporifero, a cui le sole giocate di Bonaventura e i gol di Bacca riescono a dare una scossa. Il centrocampo è un pianto, il ritratto della compassatezza, nessuno che abbia un’idea, un guizzo, nessuno che si prenda la responsabilità di impostare il gioco verticalmente. Per non parlare poi del gioco sulle fasce, inesistente e spesso dannoso a causa di interpreti inadeguati che collezionano orrori su orrori: parole per Abate, francamente non ce ne sono più, un calciatore mediocre tecnicamente, per nulla scaltro tatticamente, frenetico e inconcludente quando attacca, disastroso quando difende (a proposito, sentiti ringraziamenti da tal Perica); si potrebbe definire comico, ma nella situazione del Milan non c’è davvero nulla da ridere.

Alternative mancanti

E poi, mettendo fuori Abate chi potrebbe giocare al suo posto? Il nuovo arrivo Vangioni è stato seccamente bocciato da Montella dopo i primi allenamenti e la pessima prova dell’argentino nell’amichevole inglese contro il modesto Bournemouth, per cui pensare di rivederlo in campo a meno di moria delle vacche a Milanello è utopico (per fortuna). Infine De Sciglio che sembrava rivitalizzato dalla cura di Antonio Conte che ha permesso al difensore lombardo di disputare un campionato europeo coi fiocchi, salvo poi ripiombare nel suo grigiore e torpore milanista non appena rimesso piede in Italia, segno che la modestia del Milan attuale non aiuta nessuno a migliorare, ma anche che la personalità e il carisma scarseggiano a Milanello quasi quanto le qualità tecniche. Detto che Calabria è bravo ma acerbo, l’unico terzino milanista in grado di disputare partite decenti e più che dignitose è Luca Antonelli, professionista onesto, serio e difensore sicuro e preciso, tanto in fase offensiva che difensiva; non certo la reincarnazione di Paolo Maldini, ma l’unico laterale che non mette i brividi ai tifosi rossoneri. Va bene il centrocampo, ma già da gennaio la nuova proprietà milanista dovrà intervenire pesantemente pure su un ruolo, quello del terzino, al momento praticamente scoperto, o meglio, coperto malissimo.