Tutti eccitati per Montella, ma il Milan è sempre lo stesso
Identici risultati, medesimo gioco lento e mediocre. Non basta un buon allenatore per invertire una rotta già delineata
MILANO - Una povertà assoluta. Cambiano i suonatori, ma la musica è sempre la stessa, soprattutto perchè i suddetti suonatori sono sempre più stonati. Il povero Vincenzo Montella, ennesimo allenatore dell'ultimo squinternato quinquennio Berlusconiano del Milan, è certamente già pentito della scelta fatta in estate, anche se confida ancora nell'avvento del consorzio cinese che a gennaio verserà quasi 90 milioni sul mercato per rinforzare la modesta rosa milanista. Già, ma come ci arriverà il Milan a gennaio? Certamente staccatissimo dalle prime posizioni (lo è già dopo tre giornate, figurarsi più avanti), ma anche il sesto posto, ultimo utile per sperare nella Coppa Uefa, sarà con ogni probabilità estremamente complicato da raggiungere.
Mediocrità generale
Qualche irriducibile ottimista si era già illuso che il tecnico campano chissà cosa avesse portato alla sgangherata truppa rossonera, che chissà quali schemi avesse inculcato in maniscalchi come Abate, Sosa, Montolivo e compagnia cantante, personaggi che grazie alle loro tragiche esibizioni stanno trascinando il Milan verso il baratro anche quest'anno. Ora siamo già tutti pronti ad ascoltare il primo che dirà "Ma c'è ancora tempo, diamo tempo a questa squadra"; il tempo c'è, la squadra no, Montella, nonostante ottime ed apprezzabili idee, non può far altro che seguire le orme di Allegri, Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic e Brocchi, i miracoli non vanno più di moda. La sconfitta con l'Udinese ha messo a nudo problemi e lacune che ai più arguti erano già note con una campagna acquisti non pervenuta e le prime due giornata per nulla soddisfacenti: all'esordio contro il Torino solo una tripletta di Carlos Bacca e un rigore parato da Donnarumma a Belotti al 94' avevano permesso ai rossoneri di conquistare tre punti al termine di una gara appena sufficiente; idem per la seconda partita giocata a Napoli dove l'orgoglio rossonero non è bastato contro un avversario di caratura altamente superiore. Contro l'Udinese, infine, ecco tornare a galla vecchi fantasmi solamente accantonati: gioco lento e prevedibile, calciatori di una modestia imbarazzante, Abate quasi comico nei suoi interventi strampalati, culminati col goffo tentativo di contrastare Perica, autore del gol vittoria friulano. Suso, che ne dicano i suoi tifosi, resta un calciatore incompiuto, capace di gesti sporadici apprezzabili ma nel complesso timido e mai in grado di tirar fuori una personalità che non ha. Sul centrocampo, poi, meglio stendere un velo pietoso. La stagione del Milan, insomma, gennaio o non gennaio, milioni o non milioni, è già ampiamente compromessa.