28 agosto 2025
Aggiornato 06:30
Cessione Milan

Indagine del Sole 24 Ore: quanti dubbi sui cinesi del Milan

La cortina di mistero che aleggia sull’operazione che condurrà il Milan in mani cinesi si fa sempre più impenetrabile e fosca. Secondo Carlo Festa del Sole 24 Ore, alla luce di quanto scoperto finora sui nuovi proprietari asiatici, gli scenari per i tifosi rossoneri sono tutt’altro che allegri.

MILANO - Non si sono ancora neppure insediati e già sui nuovi proprietari dell’Ac Milan si è alzata una cortina di fumo e nebbia degna delle peggiori giornate milanesi. Comprensibile la diffidenza dell’intero mondo del calcio nei confronti di questa entità metafisica, ancora non riconducibile ad alcun ricco e munifico imprenditore cinese, che senza batter ciglio ha accettato la richiesta di Silvio Berlusconi di mettere sul piatto oltre un miliardo di euro (520 milioni per la Fininvest, oltre 200 milioni per ripianare la situazione debitoria, più altri 350 milioni per potenziare la squadre nel prossimo triennio).

Facciamo chiarezza

A far luce su una situazione sempre più misteriosa ha provveduto il giornalista del Sole 24 Ore Carlo Festa che dal suo blog ha turbato ancor di più i sonni inquieti dei tifosi milanisti. L’obiettivo di fare chiarezza sull'identità di Yonghong Li, uno dei tre soggetti coinvolti (gli altri due sarebbero il fondo semi-statale Haixia Capital e il gruppo industriale Jilinh Yongda Group) non sembra particolarmente riuscito, anzi, sulla vicenda si è sparsa una luce ancora più fosca. 

Li compra e rivende società

«Per ora i soggetti coinvolti accertati sarebbero tre: Yonghong Li, il fondo semi-statale Haixia Capital (entrambi con un 15 per cento a testa per arrivare a un 30 per cento complessivo) e il gruppo industriale Jilinh Yongda Group, che tuttavia dovrebbe partecipare con una quota minima: si parla secondo i rumors di un investimento di una trentina di milioni. Partiamo dal primo protagonista, cioè Yonghong Li, ritenuto come l’artefice della scalata e colui che tramite il suo braccio destro (il giovane Han Li) starebbe ora trainando le fila dell’operazione. Quando si fa il nome di Yonghong Li a «fonti cinesi» la riposta che si ottiene in inglese è la seguente: «there is no public information on his wealth», cioè non esistono pubbliche informazioni sulla sua ricchezza. In effetti, Yonghong Li sembra essere imprenditore super riservato. Non si sa se sia collegato al governo cinese (e in caso affermativo quanto lo sia), ma le uniche informazioni che si riescono ad avere da varie fonti sono quelle relative alla sua intensa attività borsistica di acquisto (e rivendita) di aziende nel breve periodo. L’altro dettaglio importante è che Yonghong Li non opera quasi mai in prima persona nelle società ma tramite prestanome».

I prestanome

«Una delle operazioni effettuate è quella sul fallendo gruppo Zhong Fu, finito in tensione finanziaria, dal private equity cvc. Poi c’è un’altra operazione compiuta sul gruppo Duolun, per la quale Yonghong Li ha subito un richiamo e una sanzione dalle autorità di Borsa cinesi. Ma Yonghong Li si fa notare anche per essere assai riservato. Le società dove è coinvolto infatti non sono quasi mai direttamente attribuibili a lui. È ad esempio proprio il caso della Sino Europe Sports che fa capo a un privato, Chen Huashan, sconosciuto a tutti, che fra l’altro avrebbe aperto come azionista anche altre due holding allo stesso indirizzo della Sino Europe Sports. Ma ci sarebbe anche un particolare inedito: anche la holding personale di Yonghong Li, cioè la Jie Ande, farebbe capo a un personaggio sconosciuto, cioè un certo Liu Jhinzhong. Chi siano sia Chen Huashan sia Liu Jhinzhong difficile dirlo, probabilmente procuratori legali o prestanome. Insomma, una struttura che potrebbe far pensare a società fiduciarie che schermano gli azionisti. Tuttavia nel caso della Sino Europe Sports sarà necessario che la società venga capitalizzata dai soci quando ci sarà il closing con il trasferimento dei 400 milioni previsti. E a quel punto probabile che debbano emergere i veri azionisti e non il solo Chen Huashan che al momento è l’unico socio visibile/apparente di Sino Sports che ha versato la caparra di 15 milioni a Fininvest (e che forse pagherà anche la seconda caparra di 85 milioni fra un mese)».