18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Calcio - Serie A

Milan, duro comunicato della curva Sud contro Galliani e i cinesi

Torna a farsi sentire la frangia più estrema del tifo rossonero con una nota in cui celebra i 30 anni di successi della presidenza Berlusconi, ma nello stesso tempo invoca chiarezza, pulizia e pone una serie di domande: «Chi sono questi cinesi? È giusto che rimanga Galliani? Perché i figli di Berlusconi non si sono mai interessanti al Milan».

MILANO - Era prevedibile. È bastato che la notizia della cessione ormai certa alla cordata cinese (di cui non si sa ancora nulla) prendesse corpo per scatenare comprensibile euforia ma anche legittimi dubbi. A sollevare le maggiori perplessità ha pensato subito la curva sud di San Siro, cuore pulsante del tifo rossonero, con un duro comunicato che affronta diverse tematiche, dalla lunghissima stagione dei trofei grazie a Silvio Berlusconi alle ultime mortificanti stagioni. Una riflessione approfondita che poi si materializza nell’ennesimo j’accuse contro il solito bersaglio di sempre, Adriano Galliani: perché dovrebbe essere confermato alla guida di una società di calcio un uomo ritenuto oggettivamente colpevole di disastri in serie? 

La mala gestione

«È di queste ore la notizia della conferma dell’avvio alla cessione del Milan da parte del Presidente Berlusconi, questa news ha creato in noi una serie di interrogativi e di riflessioni molto importanti.Partiamo dal presupposto che nessuno ha dimenticato quanto di bello abbiamo vissuto in questi anni grazie alla gestione impeccabile di una presidenza, presente e costantemente entusiasta, ma gli ultimi anni ci hanno davvero portati all’esasperazione e hanno portato gran parte del popolo rossonero, non noi sia chiaro, a disinnamorarsi dei colori e del Milan. L’emblema del decadimento è vedere uno stadio sempre più desolatamente vuoto se non nel nostro settore. Siamo certi che la mala gestione societaria da parte di Galliani abbia la colpevole complicità del nostro Presidente che ha lentamente e inesorabilmente lasciato sempre più potere in mano a questa persona che non ha evidentemente fatto il bene del Milan». 

Chi sono questi cinesi?

«Non riusciamo a capire nemmeno se la cessione della società a dei fantomatici cinesi, di cui nemmeno si conoscono le identità, possa ridare lustro al Milan, che nel frattempo somiglia sempre più a quello che erano le altre realtà, con continui cambi di panchina e giocatori di medio livello. Quanto di vero può esserci nelle stratosferiche cifre per il mercato di cui sentiamo parlare? Rischieremmo forse che vadano ad alimentare ulteriormente il circolo vizioso dei procuratori ed amici del signor Galliani come avvenuto negli ultimi anni? Come si può essere tranquilli sulla sana gestione della società, se i presupposti sono legati alla presenza per almeno un triennio di Galliani che dopo avere letteralmente buttato 100 milioni nell’ultimo mercato è riuscito nell’intento di riciclarsi anche questa volta?»

Il timore

«Ci verrebbe naturale chiedere la cessione in questo momento, ma ci spaventa finire in mano a qualcuno che veda il Milan come un giocattolo che una volta che non piace più venga abbandonato con il rischio reale di vederlo sparire. Siamo anche però stufi della mediocrità degli ultimi anni e di vedere lottare la squadra per posizioni di secondaria importanza. Insomma, siamo a un bivio, vedere il Milan passare di mano e sperare in un futuro radioso in mano a dei proprietari al momento sconosciuti, o sperare nella famiglia Berlusconi? Parliamo di famiglia Berlusconi perché ci sembra quanto meno doveroso puntualizzare che ora toccherebbe a tutti i figli prendere in mano le redini della società insieme al padre e rinnovarla, mettendo fondi, cambiando i personaggi che come Galliani hanno fatto il male del Milan e, investendo su progetti futuri, perché anche in Italia abbiamo visto che lavorando bene si può costruire squadre vincenti nel giro di pochi anni».

Ripartire da zero

«Comunque vadano le cose la base è ripartire da zero, eliminando il marcio interno alla società e mettendo entusiasmo in quella che fino a pochi anni fa era riconosciuta nel mondo come la società numero uno, quella vincente, quella da cui prendere spunto per diventare grandi, oltre che essere quella che rispediva al mittente i giocatori viziati e che non sputavano sangue per quella maglia. Chiariamo sin d’ora che se dovesse avvenire il passaggio di consegne, la presenza del signor Galliani in un ruolo, anche solo di gestione sportiva, sarebbe motivo di malcontento e auspichiamo un’attenta analisi delle scelte da parte degli eventuali nuovi acquirenti.

Questo per partire con il piede giusto e dimostrare quel reale cambiamento di cui il Milan necessita quanto prima».