19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Valentino in difficoltà

Rossi, la caduta di Austin potrebbe non essere l'ultima

Almeno per ora «non ci sono soluzioni» al problema delle gomme Michelin che ha tratto in inganno il Dottore facendolo scivolare fuori dal Gran Premio delle Americhe: «Bisogna adattare la moto e lo stile di guida»

Valentino Rossi con la sua Yamaha M1
Valentino Rossi con la sua Yamaha M1 Foto: Yamaha

ROMA – Anche i Rossi cadono. È successo ad Austin, dove Valentino è uscito di scena già al terzo giro, alla curva 2, dove l'anteriore della sua Yamaha M1 si è chiuso a 150 km/h in discesa. Ma la notizia peggiore non è il primo ritiro da quasi due anni a questa parte per il nove volte campione del mondo. Né che in classifica di campionato ora sia scivolato al terzo posto, con la metà esatta dei punti (33 contro 66) del leader Marc Marquez. Il dato peggiore è che un incidente come questo è rimasto senza spiegazioni immediate, e dunque rischia di ripetersi quanto prima. L'imputato principale è sempre il solito: la Michelin. Non certo nuova a comportamenti imprevedibili della gomma davanti (che prima del Dottore hanno tratto in inganno molti suoi avversari anche blasonati), né a pericolosi cedimenti come quello di Scott Redding in Argentina che ha costretto l'intero plotone a cambiare mescola in fretta e furia. Non resta che correre ai ripari. Invitando, come ha fatto Rossi, i team e il fornitore a lavorare per migliorare la situazione. Ma anche adattando cinicamente il proprio stile di guida: forse l'unica contromisura davvero efficace per evitare nuove scivolate in futuro.

Alla scoperta delle Michelin
«Penso di non avere soluzioni – ha riconosciuto il pilota di Tavullia – Penso che la gomma rimarrà questa, e penso che la Michelin continuerà a lavorare, di sicuro, ma in particolare noi dobbiamo lavorare sulle moto per migliorarle. Cercare di adattarle meglio a queste gomme. Ma specialmente cercare di non commettere più errori». Un'impresa non semplice, visto che non tutte le moto hanno le stesse caratteristiche, anche a parità di gomme. «Di sicuro, la nostra situazione è diversa rispetto a quella delle Honda con questi pneumatici – spiega Valentino – L'anno scorso, le Bridgestone forse avevano altri problemi, ma l'anteriore era molto sicuro. Quest'anno, basta commettere un piccolo errore per pagare. In quella curva sono entrato con la stessa velocità: ci sono due sobbalzi e forse ero un po' più all'interno, forse ho perso concentrazione, forse volevo qualcosa di più. E ho perso l'anterore».

Alette pericolose
Il Gran Premio delle Americhe è finito male anche per un altro italiano, Andrea Dovizioso. Nel suo caso, non per colpa della Michelin, ma di Dani Pedrosa, che lo ha travolto privandolo di un altro podio sicuro. I due si sono chiariti dopo pochi minuti: «Conosco Dani da tanti anni, normalmente non è un pilota che si prende molti rischi, non è un kamikaze, che cerca di superarti ad ogni staccata – ammette Desmodovi – Siamo tutti al limite e gli errori possono capitare». E meno male che l'incidente non ha avuto conseguenze fisiche più gravi: «È stato un brutto colpo, sono stato fortunato perché poteva andare peggio». Per esempio se la Honda avesse montato le stesse alette della Ducati o della Yamaha: «Avrebbero potuto fargli male – lancia l'allarme lo stesso Pedrosa – e farò di tutto per proibirle presto. Abbiamo visto che in Argentina l'ala di Iannone ha tagliato la telecamera di Marquez. Se possono farlo con quello, possono anche tagliare qualcos'altro». Un'altra preoccupazione non da poco per la sicurezza.