29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Le confessioni dello sfortunato ducatista

«Ho avuto paura di non poter più correre in moto»

Nei test Superbike a Jerez, Davide Giugliano torna in pista per la prima volta dopo il suo doppio infortunio alle vertebre. E ammette tutte le paure che lo hanno attanagliato in questi dolorosi mesi di inattività

JEREZ DE LA FRONTERA – Il primo obiettivo è mettersi alle spalle gli incubi del 2015. Già da oggi, dall'ultimo test dell'anno che diventa, tecnicamente e soprattutto mentalmente, il primo della nuova stagione. Davide Giugliano è tornato ieri, giornata di esordio delle prove collettive della Superbike a Jerez, in sella alla Ducati per la prima volta dalla doppia frattura alle vertebre che ha trasformato la sua annata di gare in un incubo. E che ha rischiato di ripercuotersi pesantemente anche sulla sua vita privata. «Sono stato fortunato a poter riprendere le mie attività senza danni neurologici – ha rivelato al sito ufficiale della Sbk – Serve molta pazienza, ma l’importante è che sia riuscito a riprendere una vita normale. È stato un infortunio davvero brutto, ho avuto paura. Cavarsela ‘solo’ con una vertebra rotta e qualche contusione, senza fratture, non era scontato».

Maledetti timori
Il processo di riabilitazione del ducatista è stato lungo, frustrante e anche doloroso: senza la possibilità di allenarsi sulla forza, ha perso muscolatura, e ha dovuto camminare per dodici km al giorno per tenersi in forma. Ma il problema maggiore con cui il pilota romano si è dovuto confrontare era quello che abitava dentro la sua testa: «Avevo tanta voglia di risalire in moto, ma ho anche dovuto abbattere alcune barriere mentalmente – confessa – Non ho dimenticato il dolore fisico e l’amarezza di un lungo periodo di inattività forzata. Non serve fare i supereroi. Siamo tutti esseri umani, con le nostre paure, e ci ho pensato tanto durante questi mesi, ma proprio da queste emerge la vera passione. Io guido prima di tutto con il cuore. La moto è importantissima per me, è la mia forza. La prima staccata impegnativa ha rappresentato una sorta di scommessa, perché non ero sicuro di ritrovare le sensazioni di una volta, ma appena ho messo la moto di traverso ho provato una gioia incredibile, forse anche più grande di prima».

Con la testa al 2016
Ieri, Giugliano ha ricominciato finalmente il suo lavoro sulla moto, insieme al suo nuovo esperto capotecnico Aligi Deganello e con l'ingegnere di corsa Paolo Biasio, già collaboratore in passato di Marco Simoncelli, con la volontà di ritrovare confidenza con la sua Panigale R prima che a dicembre scatti il blocco dei test: «Devo riprendere il feeling e gli automatismi – spiega – Le Superbike danno sollecitazioni che non puoi replicare allenandoti con altre moto. Bisogna ripartire da capo, raddrizzare la rotta. Prima di tutto, sarà importante fare molti giri e vedere come reagisce il mio corpo. Servono almeno otto settimane per recuperare, io ne ho avute due e mezzo. Non sono in piena forma, ma d’altronde è un problema con il quale ho già fatto i conti». Nella prima giornata di test in Spagna, assenti le Kawasaki che avevano provato praticamente da sole nei giorni precedenti, Giugliano ha chiuso quinto, staccato di sette decimi dal collaudatore della Ducati Xavi Fores e di un secondo dal compagno di squadra Chaz Davies, che hanno fatto peggio del solo leader: a sorpresa, il debuttante di lusso Nicky Hayden, fresco di passaggio dalla MotoGP sulla sua nuova Honda CBR1000RR.