30 luglio 2025
Aggiornato 20:00
Il difficile recupero dall'incidente

Jean Todt fa il tifo per Schumacher: «Continua a lottare»

Il presidente della Fia, ex team principal del campione tedesco negli anni in Ferrari e suo caro amico, aggiunge la sua voce alle poche informazioni che filtrano dalla famiglia di Michael, che continua a proteggere con forza la sua privacy

ROMA – A quasi due anni dalla terribile caduta dagli sci che gli provocò gravissimi danni cerebrali, e a oltre un anno dall'uscita dal coma e dal ritorno nella sua casa svizzera trasformata per l'occasione in una vera e propria clinica privata, Michael Schumacher non si è ancora arreso. Anzi, «continua a lottare» per recuperare le funzionalità del suo cervello fortemente compromesse dal suo incidente. È ciò che racconta Jean Todt, che prima di essere eletto presidente della Federazione internazionale dell'automobile fu il team principal della Ferrari negli anni dei cinque titoli mondiali vinti dal campione tedesco, oltre ad essere una delle persone a lui più vicine nel mondo dei motori. «Michael è un mio caro amico, come tutta la sua famiglia – ha confermato il manager francese a Motorsport – Lo vado a trovare molto spesso e posso confermare che sta ancora lottando. E dobbiamo far sì che continui, per la sua famiglia. La scorsa settimana, quando Lewis Hamilton ha vinto il campionato del mondo per la terza volta, sono andato a rivedermi le statistiche: non dovete mai dimenticare ciò che ha fatto Michael, di cui sono molto orgoglioso».

La famiglia al primo posto
Non tutte le informazioni che filtrano attraverso il muro impenetrabile eretto dalla famiglia Schumacher a tutela della privacy dell'ex pilota, però, sono altrettanto rassicuranti. Anzi, per quanto Todt sostenga di andare spesso in visita a Schumi, c'è pure chi sostiene che nemmeno i suoi amici più stretti si rechino a trovarlo, avendo ormai constatato le sue condizioni di salute critiche e volendo lasciare ai suoi cari lo spazio per stargli vicino. Questo è ciò che ha dichiarato Reginaldo Leme, il più famoso dei commentatori brasiliani della Formula 1, che conosce e frequenta professionalmente il circus ormai da decenni: «La famiglia ha interrotto ogni tipo di informazione e di accesso, particolarmente alla stampa – ha raccontato il giornalista al canale televisivo SporTv – Ma nemmeno i suoi amici più cari visitano più Schumacher. Massa, ad esempio, non lo va a trovare ormai da tanto tempo, perché comprende che adesso è giunto il momento della sua famiglia e lo vuole proteggere. Tutti sanno che Schumi è in stato vegetativo, ha perso massa muscolare ed è molto magro. Un giornale tedesco ha pubblicato la notizia secondo cui peserebbe 45 km, la famiglia si è infuriata e ha querelato il quotidiano. Dubito che questa informazione sia giunta dalla famiglia stessa, perciò penso che sia un loro diritto proteggerlo».